PALERMO – Dopo tanti anni di silenzi e stalli, per il parco Ninni Cassarà è iniziata un’accelerazione che sta portando anche i più scettici a ben sperare. Il parco in via Ernesto Basile è stato a lungo ‘off limits’ e lo è tuttora, ma adesso fanno la differenza le nuove indagini ambientali partite da qualche giorno e ormai entrate a regime. Così si inizia a parlare delle date in cui la sub-area oggetto dei rilievi potrebbe essere restituita ai palermitani.
Il disastro e i lavori di recupero
Il periodo di attività è durato non più di tre anni, dall’inaugurazione del 2011 alla chiusura avvenuta nel 2014 dopo la scoperta di materiali inquinanti in superficie e nel sottosuolo. Allora, la terribile scoperta e il sequestro finirono su tutti i giornali. Il parco quindi venne suddiviso in tre sub-aree a seconda del rischio per l’uomo, in ordine decrescente rossa, gialla e verde. Quest’ultima si estende per 15 ettari dei 28 totali ed è accessibile da corso Pisani; lì si è già provveduto a rimuovere i materiali inquinanti sia manualmente che meccanicamente.
L’iter delle analisi
Dopo anni di silenzi, nei primi giorni di dicembre 2020 è arrivata la notizia dell’affidamento dei lavori per conoscere il destino del parco Cassarà. Intorno a metà novembre, un gruppo temporaneo di imprese si era aggiudicato per circa 95 mila euro l’effettuazione di dodici carotaggi. Serviranno a prelevare campioni di terreno e acque di falda, prove che contribuiranno a decretare la sicurezza e la fruibilità dell’area verde.
Ad aggiungere dettagli più recenti sono Concetta Amella, consigliere comunale del Movimento cinque stelle, e il collega di partito per la IV circoscrizione Mirko Dentici. “Siamo in contatto col dirigente del servizio Ambiente del Comune, l’avvocato Alberto Fiorino, che ci ha informati dell’avvio dei carotaggi circa una settimana fa. Ci è stata fatta presente anche la possibilità di inviare i primi campioni in tempi brevi per le analisi di laboratorio. Se non ci dovessero essere intoppi i primi esiti dovrebbero arrivare presumibilmente a gennaio, mentre i risultati al completo dovrebbero essere disponibili già a marzo”.
I passi verso la riapertura
Ma come hanno già spiegato i consiglieri M5s in altre occasioni, questo non basterà a garantire l’immediata riapertura del parco Cassarà. Amella e Dentici precisano infatti che “le analisi di laboratorio dovranno passare anche dalla Regione, per effettuare una cosiddetta ‘Analisi di rischio bonifica siti contaminati’. La concentrazione di rischio determinerà la restituzione dell’area ai cittadini”. Questo passaggio chiuderà la fase analitica, ma in caso di esito favorevole sarà necessario un altro step: “Perché il parco riapra – aggiungono i consiglieri – sarà necessaria la messa in sicurezza delle strutture all’interno di questa ‘area verde’, come le giostre o le panchine, che in questi sette anni di abbandono saranno sicuramente andate incontro a deterioramento”.
Quando torneremo al parco Cassarà?
Ecco perché Amella e Dentici continuano a pensare “che la riapertura del parco Ninni Cassarà non avverrà che fra circa un anno, nonostante il Comune sostenga si possa trattare di giugno 2021. In ogni caso va detto che finalmente stiamo assistendo a un segnale tangibile in direzione di riapertura del parco, dopo anni di proclami disattesi e immobilismo. Restituire aree verdi e sicure dev’essere una necessità – concludono – soprattutto durante questo difficile periodo. Il distanziamento sociale impone che abbia una priorità altissima il bisogno di spazi per svolgere attività all’aperto e in totale sicurezza”.