PALERMO – Lotta agli prechi. In questi due anni lo slogan ha accompagnato una rivoluzione mai partita. Eppure, proprio da lì doveva generarsi il cambiamento. Dalle società partecipate, mangiasoldi. Che dovevano essere spazzate via dalla furia moralizzatrice crocettiana. E che invece, con Crocetta, oltre che rimanere intatte nel numero e nelle funzioni, hanno persino iniziato a … spendere di più.
È il caso della più grande di queste, la Servizi ausiliari Sicilia, un’azienda nata dalla fusione di tre società partecipate (Beni culturali. Biosphera e Multiservizi) e composta oggi da quasi duemila dipendenti. Alla Sas, se la “lotta agli prechi” c’è stata, evidentemente è stata persa.
Nella nota integrativa all’ultimo bilancio (per l’esercizio 2013) ecco infatti la sorpresa: le spese per servizi, consulenze, soggiorni sono cresciute, in un anno, di ben 300 mila euro. Dai 445 dell’anno precedente ai 745 mila dell’ultimo anno. E a dare un’occhiata al dettaglio, la fotografia del fallimento della “spending review” della rivoluzione è evidente.
L’azienda partecipata, in effetti, somiglia al paradiso dei consulenti. Solo per le consulenze tecniche per la sicurezza nei luoghi di lavoro, infatti, ecco che la spesa sale di 46 mila euro rispetto all’anno precedente. Salgono anche le spese per le consulenze mediche, e in maniera vertiginosa. La cifra riferibile alle “visite fiscali”, infatti, ha subito un’impennata incredibile: da 15 mila euro spesi nell’esercizio 2012, ai 75 mila euro dell’esercizio 2013, quello dell’ultimo bilancio al momento depositato. Ma c’è di più. Aumentano le uscite per le consulenze legali. Qui, a fare la parte del leone, come è noto, è Claudio Alongi, marito del segretario generale di Palazzo d’Orleans Patrizia Monterosso e presidente dell’Aran, l’Agenzia che si occupa dei contratti dei dipendenti regionali. Nel capitolo riferito alle “spese e consulenze legali” ecco che la cifra riferita alla spese è quasi raddoppiata nel giro di un anno: dai 52 mila euro dell’esercizio precedente ai quasi 94 mila euro dell’ultimo bilancio.
Ma non solo. “La società – denuncia il sindacato Cobas Codir – ha assunto un istruttore direttivo che avrebbe dovuto svolgere mansioni e attività lavorative riconducibili alle competenze dell’ufficio paghe e contributi. E invece la Sas continua a utilizzare denaro pubblico pagando ancora a tutt’oggi la consulenza per la ‘chiusura delle buste paghe’ per svariate decine di migliaia di euro’”. Il sindacato ha inviato una nota a Crocetta e all’assessore all’Economia Alesandro Baccei, facendo riferimento a un “probabile danno erariale”.
Ma a salire in Sas sono anche i compensi degli amministratori (di quasi 8 mila euro in un anno) e dei “sindaci” (più di 13 mila euro). Oltre alle spese per… i soggiorni. Una crescita esponenziale dai 6.700 euro del 2012 ai 78 mila euro dell’ultimo esercizio finanziario per viaggi e alberghi.
Insomma, non si capisce davvero dove siano i risparmi annunciati e sbandierati dal governo. Perché nel capitolo “spese” è tutta una crescita. Anche per l’acquisto di materiali da lavoro ecco un’impennata dai 13 mila ai 33 mila euro, mentre crescono anche le spese per gli affitti: dai 62 mila dell’anno precedente agli 82 mila euro dell’ultimo esercizio provvisorio. La Sas è guidata da Giuseppe Di Stefano, mentre nel cda si trova l’ex capo di gabinetto di Crocetta e attuale dirigente generale alla Formazione Gianni Silvia, insieme al funzionario regionale Doriana Fascella.
Un cda che a marzo, invece di spendere, aveva deciso di prendere una decisione “a costo zero”. Per gestire una società da duemila dipendenti sarebbe servito un direttore generale. Apriti cielo. In alcune società regionali, per quel ruolo si arriva a spendere (è il caso ad esempio di Enzo Emanuele all’Irfis) cifre superiori ai 200 mila euro). E invece, la Sas aveva trovato una soluzione del tutto economica. L’attuale direttore generale della Resais ed ex assessore e dirigente generale con Lombardo, Nicola Vernuccio aveva avanzato la propria candidatura, rinunciando a qualsiasi compenso. “Il presidente – si legge in un verbale del consiglio di amministrazione del marzo scorso – comunica di avere ricevuto comunicazione informale da parte del dottor Nicola Vernuccio circa la propria disponibilità a svolgere attività di dirigente generale”. Un affarone, aveva pensato il cda: “Si acquisirebbe – emerge infatti dal verbale – una professionalità a costo zero per la società e si renderebbe più efficiente l’attività aziendale”. Così, i consiglieri della Sas davano mandato al presidente della società di “acquisire nei modi e nelle forme di rito la formale disponibilità di Vernuccio”. È passato quasi un anno. Ma Vernuccio non si è mai insediato. “Nessuno mi ha mai comunicato nulla”, dice. In questo caso non si è andato avanti, insomma. Non c’era da spendere un euro.

