CATANIA- La coalizione che lo ha sostenuto nel 2008 già scricchiola da mesi e difficilmente verrà riproposta alle prossime comunali. Ma Raffaele Stancanelli da Regalbuto ha un asso nella manica, un’argomentazione non da poco, da sferrare contro i principali sfidanti alla poltrona più alta di Palazzo degli Elefanti: “Io ho scelto Catania”. Adesso, Raffaele Stancanelli, sindaco del risanamento o del dissesto che dir si voglia, può dirlo a testa alta. Anzi, lo può urlare a squarcia gola al cospetto di Enzo Bianco e Giuseppe Berretta. Il primo è colpevole, agli occhi di molti catanesi che lo hanno votato sino a riconfermarlo nel 1997 con il 67%, soltanto di un peccato: Bianco ha scelto Roma dopo essere stato eletto per amministrare Catania. Da quel momento è stato sempre sconfitto alle elezioni di ogni ordine e grado.
Berretta sembrava senza peccato originale, ci ha messo poco più di 7 giorni, dopo l’apertura del comitato elettorale per le comunali, a dichiarare apertamente che intanto corre per il Parlamento, poi i catanesi dovrebbero votarlo anche come candidato sindaco.
Al momento, Stancanelli dagli occhi azzurri, dovrebbe dimettersi per candidarsi con un partito che potrebbe non superare lo sbarramento a livello nazionale, ma anche nel collegio siciliano del Senato della Repubblica. Non solo, dovrebbe sperare nell’elezione del centro destra alle nazionali per ottenere, insieme all’amico Ignazio La Russa, qualche seggio blindato possibilmente nel Pdl.
La matassa è troppo ingarbugliata. Stancanelli potrebbe non dimettersi.
Oppure, se dovesse scegliere di partire per Roma, potrebbe finire dritto dritto a Regalbuto.