CATANIA – Sono passati cinque anni da quando è scoppiato lo scandalo degli abusi sessuali ai danni di minorenni che sarebbero avvenuti all’interno dell’Associazione culturale Acca di Aci Bonaccorsi. Le indagini della Polizia Postale, coordinate dalla Procura di Catania, documentarono un torbido mondo di ragazzine soggiogate dalla promessa “dell’amore puro” con il ‘santone’ della comunità Pietro Capuana, che sarebbe stato una sorta di “tramite con il divino”. Anzi precisamente ‘la reincarnazione dell’Arcangelo’, è scritto nelle carte della magistratura. Le figlie di alcuni adepti dell’Acca – al momento del blitz se ne contavano 5000 – erano inserite in ‘turni di lavoro’ a casa di Capuana. E le tre ‘ancelle’ Fabiola Raciti, Rosaria Giuffrida e Katia Concetta Scarpignato avrebbe avuto il ruolo di ‘avviare’ le ragazze e magari ‘convincere’ le più reticenti.
Oggi è arrivato – come annunciato su LiveSicilia – un primo step giudiziario. L’inchiesta si è divisa in tre tronconi. Il processo ‘principale’ con imputati il santone e le ancelle, che fin dal primo momento si sono dichiarati innocenti. Il secondo, sempre con il rito ordinario, che vede Mimmo Rotella, marito di una delle collaboratrici di Capuana, e il sacerdote Orazio Caputo, sta procedendo a ritmi serrati.
Il processo abbreviato (il terzo capitolo) si è concluso con l’emissione della sentenza: la gup Simona Ragazzi ha condannato Salvatore Torrisi, l’ex presidente dell’Acca, a 8 mesi di reclusione (pena sospesa) per l’accusa di favoreggiamento. La giudice ha inoltre condannato l’imputato al risarcimento del danno alle giovani vittime che si sono costituite parte civile con gli avvocati Tommaso Tamburino, Salvo Pace, Sergio Ziccone e Francesco Laurino nell’udienza preliminare, stabilendo una provvisionale di 4 mila euro ciascuna. Parte civile anche le associazioni Thamaia e Telefono rosa. Le motivazioni della sentenza arriveranno tra 60 giorni. “Prendiamo atto della sentenza- commenta il difensore, l’avvocato Giovanni Avila che difende Torrisi assieme a Paola Aliberti – le sentenze si impugnano e non si commentano. Però vorrei ricordare che sin dal primo momento il nostro assistito ha preso una posizione ben precisa condannando ogni qualsiasi forma di violenza nei confronti delle ragazze. Che sia chiaro che Torrisi sta affrontando un processo per una fuga di notizie che essendo ancora il primo grado di giudizio non è stata ancora accertata. Ricorremo sicuramente in appello”, conclude Avila.