La Sicilia già in campagna elettorale|Ecco il timing per votare a settembre - Live Sicilia

La Sicilia già in campagna elettorale|Ecco il timing per votare a settembre

Nel Pd ormai i giochi sembrano fatti. E per uscire da'angolo, Cracolici potrebbe essere il primo ad accelerare sulla mozione, già mercoledì. Intanto, però, l'assessore vicino alla sua corrente rimane in giunta. E Lombardo prosegue nella sua raffica di nomine.

 

L’impressione è che nel Pd l’idea della mozione di sfiducia a Raffaele Lombardo sia stata rapidamente metabolizzata. Persino Antonello Cracolici, il più ostinato promotore della linea filogovernativa del partito, ne ha preso atto, ha cercato di uscire dalla parte dell’ultimo giapponese dopo l’uscita durissima di Genovese e Papania che avevano spostato sul fronte della rottura la corrente Innovazioni. La raffica di nomine di governo e sottogoverno avviata da Lombardo ha già proiettato in campagna elettorale la Sicilia. E i democratici hanno già donato troppo sangue al governatore per continuare a farsi del male. Per quanto tardiva, la rottura sembra ormai inevitabile. E numeri alla mano potrebbe portare alla fine anticipata della legislatura, auspicata da questo giornale, prima della fine di luglio, quando Lombardo ha annunciato di volersi dimettere.

Sfiducia sia, insomma, si sente dire nel Pd. Anche Pino Apprendi, area Letta, che chiedeva di aspettare il voto definitivo a Roma sulla legge taglia deputati, ha rotto gli indugi e si dice pronto a votare la mozione. E se i ventisette deputati del Pd si muoveranno in blocco verso la sfiducia – cercando così di riconciliarsi con gli alleati alla propria sinistra e con una fetta rilevante della propria base -, i numeri non lasceranno scampo al “monocolore” nuovopolista, a meno che qualcuno degli oppositori di ieri e di oggi non getti la maschera  in vista di un possibile accordo di domani si sfili dalla conta.

Mercoledì c’è in programma una riunione di gruppo del Pd all’Ars. È possibile che in quella sede Cracolici cerchi di giocare in contropiede e avanzi lui stesso la proposta della sfiducia, anticipando la direzione. Nel frattempo, però, l’assessore regionale Pier Carmelo Russo, a lui molto vicino, è rimasto a suo posto. Contraddizioni che la dicono lunga su come tutti i nodi stiano arrivando al pettine per i democratici dopo la controversa convivenza con Lombardo che secondo tanti nello stesso partito si è protratta troppo a lungo.

Se tutto andrà per come sembra, dopo la direzione di sabato prossimo la mozione (la presenterebbero democratici e Udc insieme, se tra i due partiti maturerà un’intesa di massima per aprire un confronto su un percorso comune alle elezioni) potrebbe approdare all’Ars già la settimana prossima. Per essere poi votata in quella successiva, nella seconda metà di giugno. Se andrà a buon fine, questo comporterà il ritorno alle urne verosimilmente nella seconda metà di settembre.

Il presidente della Regione, intanto, va avanti come un treno. Progetta nuovi spostamenti, che passano dall’uscita dalla giunta di Gaetano Armao (per lui si parla dell’Irfis o della Serit) e dall’ingresso di Riccardo Savona, in attesa di sviluppi relativi a Mario Centorrino e Pier Carmelo Russo, vicini al Pd, che potrebbero far posto ad altri esponenti del Nuovo polo. Accanto al rimpasto proseguono le nomine di sottogoverno, con Gaetano Tafuri (vicino all’Mpa) e Rosario Carlino (in buoni rapporti con l’area cracoliciana del Pd) piazzati all’Ast. Il meglio deve ancora arrivare: ci sono partite delicate soprattutto sul fronte della Sanità e l’impressione degli ex alleati di Lombardo è che il governatore non lascerà nemmeno uno strapuntino per rafforzare la sua coalizione che a questo punto difficilmente potrà essere alleata dei democratici in autunno (ma mai dire mai), malgrado gli appelli del finiano Carmelo Briguglio che chiede al Pd “un finale di legislatura non traumatico”.

Tutto questo quadro potrebbe tradursi in una corsa a tre, con da una parte il centrosinistra classico allargato all’Udc, in mezzo l’Mpa “rinnovato”, Fli, Api e Mps che proporranno un candidato comune, forse Fabio Granata, e a destra berluscones, Pid e miccicheiani. Con questi ultimi che potrebbero giocare il ruolo dei pontieri per ricompattare il vecchio centrodestra, ricucendo tra Mpa e Pdl dopo l’uscita di scena di Lombardo, riportando a due gli schieramenti contrapposti. I segnali in questo senso non mancano, basta leggere i commenti di alcuni esponenti dell’Mpa all’iniziativa di Innocenzo Leontini e Rudy Maira che hanno annunciato una nuova lista per le prossime elezioni che raccoglierà i romaniani e pezzi in libera uscita dal sempre più spaesato Pdl.

 


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