La Sicilia in crisi nera | Presidente, il programma? - Live Sicilia

La Sicilia in crisi nera | Presidente, il programma?

I problemi sul tappeto e la lentezza nell'affrontarli.

Semaforo russo
di
3 min di lettura

Presidente Musumeci, ci permetta una domanda: a che siamo con il programma di governo? Facciamo un passo indietro per spiegare .“Chiudere i porti sul piano politico è stata una mossa azzeccata. Finalmente si è capito quanto ipocrita è questa Europa”, dichiarazione di Nello Musumeci nei momenti bollenti della nota e triste vicenda della nave Aquarius, con a bordo 629 migranti, alla quale è stato impedito dal governo romano (leggasi Matteo Salvini) l’attracco a un qualunque porto italiano.

Immediatamente si sono scatenate le polemiche casalinghe. Da destra Gianfranco Miccichè, palesemente infastidito, ha interpretato la sortita del governatore quale premessa di un probabile accordo con Salvini in vista delle elezioni europee, da sinistra il PD ha parlato a muso duro di “salvinizzazione” dell’inquilino di Palazzo d’Orleans. Lo scenario, a dire il vero, apparirebbe più complesso tenendo conto di alcune ripetute sofferenze del governo regionale con riferimento a una maggioranza parlamentare rivelatasi abbastanza fragile in diverse occasioni. Talmente fragile, e forse mutevole a causa di cambi di casacca aleggianti nell’aria, da indurre Musumeci a interloquire oltre il garbo istituzionale con i 5Stelle e con il Carroccio, seppure attento a non compromettere i rapporti con Forza Italia.

Insomma, il campo del dialogo è accidentato ma obbligato. Resta comunque da conoscere cosa ne pensano in proposito i leghisti di Salvini e i pentastellati siciliani (ultimamente parecchio critici con Musumeci soprattutto in materia di rifiuti) e i risvolti pratici, di assetto, delle possibili future intese. Intanto sono passati circa sette mesi dalle regionali dello scorso novembre e dobbiamo annotare una certa lentezza da parte dell’esecutivo mentre l’Ars si perde in giochetti “di Palazzo” invece di produrre, come del resto siamo ormai abituati a osservare.

A questo punto è opportuno chiedere, ecco la domanda iniziale, a che siamo con l’attuazione del programma premiato dagli elettori siciliani: circa 33 pagine, 16 nella versione sintetica, reperibile su Internet, in evidenza nella memoria. Purtroppo, a oggi, dobbiamo fare i conti con un’emergenza rifiuti che a giudizio dello stesso Musumeci non potrà essere risolta prima di un anno, con un rapporto dell’Unione per la Difesa dei Consumatori che denuncia il perenne dramma delle liste d’attesa tale da non garantire il diritto alla salute e i livelli essenziali di assistenza, con l’analisi dei dati Istat secondo i quali a fronte di deboli segnali di ripresa in specifici segmenti occorre registrare in Sicilia: una crescita della disoccupazione dal 22% al 23,1% (nazionalmente è all’11%) e dei contratti a termine e stagionali a danno dei contratti a tempo indeterminato in calo del 6%, un preoccupante 38,1% (con picchi del 41,5% a Palermo e del 40,1 a Catania) di giovani che né lavorano né studiano (Neet), l’alta percentuale di popolazione (55,4%) che vive in famiglie in difficoltà e, in generale, una disoccupazione giovanile inchiodata intorno al 56%.

Insomma, la Sicilia si conferma, dati Eurostat, tra le dieci regioni europee più in crisi in assoluto e per giunta in fondo alla infausta classifica. Sono solo degli esempi per ritornare alla tragica realtà nostrana rapportata alle promesse elettorali, pur riconoscendo la complessità dei problemi mai seriamente affrontati nel passato e l’assenza di bacchette magiche nel presente. Sarebbe interessante, presidente Musumeci, informare periodicamente i cittadini sullo stato d’avanzamento dei lavori e sulle responsabilità politiche e parlamentari dei ritardi. Sì, sarebbe una rivoluzione rispetto a quelle semplicemente annunciate dal suo predecessore in scintillanti salotti televisivi e roboanti conferenze stampa.

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