La Sicilia, Mario Ciancio annuncia licenziamenti collettivi - Live Sicilia

La Sicilia, Mario Ciancio annuncia licenziamenti collettivi

Il socio di maggioranza ha inviato una pec
LA VERTENZA
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CATANIA – Con una pec inviata ai giornalisti, Mario Ciancio Sanfilippo, ex direttore ed editore del quotidiano La Sicilia, ha annunciato l’intenzione di procedere ai licenziamenti collettivi. Lo rendono noto gli stessi cronisti di viale Odorico da Pordenone con una nota sindacale pubblicata oggi sul giornale. Se Ciancio vuole i licenziamenti, l’assemblea di redazione contrattacca con “un’istanza di fallimento per la società proprietaria della testata”.

Il Comitato di redazione, inoltre, sottolinea che il direttore Antonello Piraneo non avrebbe condiviso la decisione di avviare le pratiche per i licenziamenti collettivi. Piraneo “ha annunciato di essere pronto a rimettere il mandato e a lasciare l’azienda se tale ipotesi si dovesse concretare”.

“Nove anni di accordi disattesi”

Nel frattempo, quindi, il braccio di ferro è cominciato. Da un lato Mario Ciancio, socio di maggioranza della società editrice, che chiede i licenziamenti collettivi. Dall’altra i giornalisti che chiedono l’istanza di fallimento. Secondo il documento redatto dai cronisti, “si tratta di un’iniziativa sofferta e dolorosa, che arriva dopo nove anni di sofferenze e svariati accordi disattesi“.

Non ultimo quello del mese di maggio, in cui si chiedeva alla redazione una cassa integrazione straordinaria al 34 per cento, “con riduzione del lavoro domenicale”, al fine di garantire il puntuale pagamento delle mensilità. Cosa che non è avvenuta. “Soltanto ieri i giornalisti hanno avuto pagato, ironia della sorte, lo stipendio di luglio”.

L’alternativa ai licenziamenti

“Il desiderio di volere attivare le procedure per i licenziamenti collettivi, barattabili soltanto con l’attivazione di una cassa integrazione straordinaria al 55 per cento e con la sostanziale chiusura dell’edizione del lunedì – continua la nota del Cdr – è l’ennesimo atto offensivo” della proprietà. Che avrebbe portato al tavolo delle trattative sempre nuovi consulenti con un solo intento: “Tagli e licenziamenti“.

“Ciò per fronteggiare una presunta emorragia pari a centomila euro al mese, che nessuno è mai stato in grado di dimostrare”, proseguono i giornalisti. Eppure, in questo momento storico, un aiuto all’editoria ci sarebbe: “Lo Stato ha messo a disposizione dell’editoria fondi per avviare i prepensionamenti”. In un anno, a La Sicilia, sarebbero quelli di otto persone. “L’azienda invece di correre e attivare tutte le procedure, con importanti risparmi, ha scelto la strada delle lacrime e sangue. Ma non possono essere sempre e soltanto di questa redazione”.


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