Il calvario di Giuseppe Cioffi potrebbe volgere al termine con dei tempi non troppo lunghi, se così si può dire per chi come lui dorme alla stazione da mesi. Il sessantenne, ex fattorino d’albergo, ad aprile si è visto costretto ad abbandonare l’appartamento che condivideva con la moglie e la figlia invalida. “Vivevo a Ballarò – racconta – il padrone di casa ha deciso di aiutare suo figlio e ha venduto il bilocale dove stavamo noi in affitto. Ci hanno promesso un intervento. Io so che dormiamo ancora sotto le stelle”.
La storia della famiglia Cioffi ha fatto il giro del web anche grazie al tam tam dei social network ma c’è anche chi ne era già a conoscenza: “Andiamo a visitarli ogni settimana – spiega il responsabile della comunità di Sant’Egidio, Renzo Messina – e portiamo loro beni di prima necessità. All’inizio dormivano presso il pronto soccorso dell’ospedale Civico, poi si sono spostati alla stazione. Ci vorrebbe un intervento più risolutivo, una mobilitazione civica per trovare le risorse necessarie per un alloggio, magari”.
L’assessore agli Interventi Abitativi, Aristide Tamajo, spiega che il caso Cioffi era già stato segnalato alla sua attenzione. “Hanno presentato la domanda per l’emergenza abitativa che scadeva a luglio – dice – adesso occorre attendere altri 15 giorni e uscirà la graduatoria. Se il signor Cioffi dovesse avere un punteggio elevato gli si potrebbe mettere a disposizione uno degli immobili confiscati alla mafia, se dovesse essere disponibile”.
Malgrado le rassicurazioni, però, la soluzione potrebbe essere più lontana del previsto. Il comune di Palermo, infatti, nell’ultimo anno non ha assegnato alcuna casa per la mancanza di beni confiscati alla mafia o di nuovi costruzioni anche dello Iacp. Gli uffici, alla luce del nuovo regolamento, stanno rivedendo la lista che conta circa 800 famiglie che aspettano un alloggio, riformulando i punteggi che daranno quindi precedenza a chi non ha un tetto rispetto a chi momentaneamente vive presso amici o parenti. Ai primi di ottobre sarà resa pubblica la lista che a maggio del 2008 contava appena 30 richiedenti e che, nel giro di tre anni, sono aumentati di oltre il 2000%.
(Ha collaborato Roberto Immesi)