E' la spartizione dello spaccio | il movente del delitto di Librino - Live Sicilia

E’ la spartizione dello spaccio | il movente del delitto di Librino

I carabinieri guidati dal Comandante Alessandro Casarsa erano già sulle tracce dei presunti assassini. Già poche ore dopo il delitto avevano sottoposto allo stub proprio uno dei 4 fermati.

l'agguato di viale bummacaro
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Il luogo dell'omicidio

CATANIA – E’ la spartizione di una piazza di spaccio a Librino il movente che avrebbe scatenato la pianificazione dell’agguato in cui è caduto Daniele Di Pietro. A questo vanno aggiunti vecchi dissidi tra i fratelli Celso e la vittima. I Carabinieri avevano già chiuso il cerchio sui quattro fermati poche ore dopo il delitto di viale Bummacaro 9. Prova ne è che il minore destinatario del provvedimento di fermo è stato sottoposto allo stub già la notte dopo l’omicidio. L’esame per rilevare i nitriti e la presenza di polvere da sparo è stato inviato ai Ris di Messina e solo tra qualche giorno si conoscerà l’esito.

L’intimidazione subita dalla famiglia Celso, insomma, ha solo accellerato di alcune ore la chiusura del caso. La vendetta ha fatto tremare i polsi ai presunti assassini che hanno deciso di giocare d’anticipo: anche perchè sapevano, tutto il quartiere di Librino sapeva, che i carabinieri li cercavano. Alle 15.15 si sono presentati alla Compagnia di Fontanarossa: erano in tre. Due fratelli e il minore congiunto. A mezzanotte si è presentato l’ultimo dei tre fratelli. Su di loro pende l’accusa di concorso in omicidio.

La macchia di sangue sul marciapiede

La versione di Davide Celso non ha convinto del tutto gli inquirenti. Avrebbe fatto tutto da solo: sparando prima con una pistola e poi con l’altra. Una ricostruzione che stride su come si è presentata la scena del crimine. I colpi, anche per un occhio non esperto, sembrano essere partiti da almeno due direzioni. Da una parte i fori sulla macchina rossa dove ha tentato di ripararsi Di Pietro, e dall’altra i i bossoli ritrovati sotto il muretto con la pozza di sangue più copiosa, sotto la scritta Ti Amo. Lì dove l’hanno trovato i sanitari del 118 prima di portarlo a bordo dell’ambulanza, dove il 39enne è morto durante la corsa al Vittorio Emanuele. E quel corridoio che divide le due strade e che potrebbe essere il luogo dove si sono nascosti i sicari.

La vettura perforata dai proiettili, dietro la quale ha provato a proteggersi la vittima

La vettura perforata dai proiettili, dietro la quale ha provato a proteggersi la vittima

In attesa dell’udienza di convalida che il Gip fisserà entro lunedì, i carabinieri coordinati dal pm Marisa Scavo continuano a raccogliere prove a sostegno della tesi accusatoria. E ieri è stato svolto un interrogatorio: sarebbe stata ascoltata una minorenne, la sua testimonianza potrebbe rinsaldare ancor di più l’apparato probatorio degli inquirenti.

E al di là delle indagini, quanto accaduto alle 15.30 in viale Bummacaro mercoledì pomeriggio ci fotografa uno spaccato drammatico di quanto accade a Catania. I regolamenti di conti e le vendette si chiudono ancora con le pallottole. Certi “sgarri” si pagano con il sangue.

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