PALERMO- L’uomo che fabbrica presepi dovrebbe incontrare l’uomo che ci sta insegnando che la vita somiglia a un presepe, perché c’è sempre una stella cometa sulla grotta a fare luce, per quanto impenetrabile sia l’oscurità. Bennardo Mario Raimondi, artigiano palermitano rovinato dalle cose della vita, vedrà – se riuscirà a mettere insieme la somma necessaria per il viaggio – Papa Francesco, il prossimo 26 novembre, nel corso dell’udienza generale, non da solo, ovviamente. Ma gli hanno promesso che sarà in prima fila, con sua moglie, e che potrà baciare la mano del pontefice, prima di regalargli un presepe. Poi, chissà….
Raimondi è quel signore dagli occhi tristi che ogni tanto irrompe su Facebook per lanciare un Sos. E’ l’ospite di cui non ci occupiamo, di cui ascoltiamo l’appello reiterato senza battere ciglio. E’ il volto che si materializza nella folla di disperati senza nome. Per par condicio non aiutiamo nessuno, a cominciare da lui.
L’uomo che fabbrica presepi è un artista della ceramica distrutto – in una sequenza di errori e di colpe che ha riconosciuto – dalle estorsioni e dall’usura. Da anni combatte contro i mulini a vento, con un sito internet (http://bennardomarioraimondi.weebly.com) per vendere le sue creazioni e con l’infaticabile propaganda di una situazione economicamente catastrofica che finora, in termini di solidarietà, ha ricevuto pochissimi riscontri. Bussate e non vi sarà aperto.
Eppure, Bennardo Mario Raimondi non è mai stanco. Pubblicizza le sue bellissime cose sui social. Col sole e col vento si piazza sui sagrati delle chiese (questa domenica sarà alla parrocchia di San Giuseppe alla Stazione a Carini dalle otto del mattino), per racimolare qualche spicciolo. In casa manca il cibo, manca la salute, mancano le medicine, manca tutto. Papa Francesco ha già aiutato la famiglia di Mario con un assegno di mille euro, incassato dopo una serie di peripezie, come LiveSicilia ha raccontato. Ora il viaggio di una rinnovata speranza, un cammino di gratitudine, per stringere le mani del suo benefattore.
“Devo riuscire a raccogliere i soldi per andare a Roma in treno – racconta l’uomo dei presepi che ha ricevuto lo ‘sta bene’ della Santa Sede -, l’aereo è fuori discussione. Papa Francesco è stata l’unica persona che si è chinata con amore su di me. Ho chiesto aiuto a tutti. Ho chiesto aiuto ai politici, ai vecchi e ai nuovi. E tutti mi hanno chiuso la porta in faccia. Spero che qualcuno almeno mi paghi i biglietti, altrimenti non potrò baciare la mano del Santo Padre e per me e mia moglie sarebbe una tragedia. E’ stata lei, Antonella, a scrivere al Vaticano la lettera che ci ha consentito di ricevere l’assegno e di respirare un po’. Ora siamo nuovamente a terra. Sì, spero con tutto il cuore di potere fare questo viaggio, spero di potere parlare con Papa Francesco anche per un secondo. Spero di poterlo guardare negli occhi, per ringraziarlo. Sono occhi dolcissimi, di un padre buono che comprende la sofferenza dei suoi figli. E se anche lui guarderà per un attimo i miei, io mi sentirò un po’ consolato del dolore che provo”.
Così parla l’uomo dei presepi che sta cercando la sua strada. E manda la foto del presepe che donerà all’uomo vestito di bianco. San Giuseppe col barbone candido e il bastone. La Madonna che guarda il bambino, leggermente piegata su se stessa. Il bambinello Gesù in una veste azzurra. Non ci sono la grotta e il cielo di cartapesta, perché il resto tocca agli altri, a coloro che sono rimasti in disparte, se vorranno costruire un po’ di generosità. E se pure ci fosse una grotta disponibile, mancherebbe ancora qualcosa di luminoso. Nella vita di Bennardo Mario Raimondi una stella cometa non c’è.