La spietata esecuzione di Dario| A giudizio i presunti killer - Live Sicilia

La spietata esecuzione di Dario| A giudizio i presunti killer

Il processo per Agatino Tuccio e Salvatore Di Mauro si aprirà il 22 ottobre.

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CATANIA. Dovranno difendersi dall’accusa di omicidio premeditato, davanti ai giudici della Corte di Assise di Catania, Agatino Tuccio e Salvatore Di Mauro, pluripregiudicati ritenuti tra i responsabili della morte del 27enne giarrese Dario Chiappone, trucidato nell’ottobre del 2016 a Riposto con 18 coltellate. Il gup di Catania Fabio Di Giacomo Barbagallo, al termine dell’udienza preliminare, ha deciso il rinvio a giudizio dei due imputati. Il processo si aprirà il prossimo 22 ottobre. Prima delle discussioni i familiari della vittima, la mamma ed i fratelli, hanno chiesto ed ottenuto la costituzione di parte civile con i legali Michele Pansera e Rosario Fabio Grasso. Brevissima la discussione del pubblico ministero Santo Distefano, titolare dell’indagine, che ha chiesto il rinvio a giudizio per Tuccio e Di Mauro. Richiesta a cui si sono associati anche i difensori di parte civile. Sono durate invece circa un’ora, complessivamente, le discussioni dei due avvocati di Agatino Tuccio, Enzo Iofrida e Vanessa Furnari. Per i due difensori le indagini sarebbero contraddittorie ed insufficienti a dimostrare la colpevolezza del proprio assistito. Per questo motivo hanno chiesto una sentenza di non luogo a procedere. Stessa richiesta anche per Cristofero Alessi, legale di Salvatore Di Mauro. Quest’ultimo è ormai latitante da quasi un anno. Le sue tracce si sono perse dopo il sequestro della vettura di sua proprietà, una Fiesta Station Wagon, ritenuta l’auto usata dal commando per raggiungere il luogo dell’esecuzione. Presente in aula, invece, il coimputato Agatino Tuccio, rinchiuso nel carcere di Piazza Lanza a Catania dallo scorso 23 giugno.

 

L’accusa contesta anche l’aggravante della crudeltà. Dario Chiappone, raggiunto in via Salvemini a Riposto, mentre era appartato in auto con una donna, è stato raggiunto da 18 fendenti al torace, all’addome e, infine, alla giugulare. Una vera e propria esecuzione compiuta davanti ad una testimone oculare, risparmiata dall’aggressione. Gli esiti degli esami scientifici risulteranno decisivi nel condurre gli inquirenti sulle tracce dei due imputati. Restano ignoti, al momento, complici ed eventuale mandante.

 


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