La svolta delle "partecipate" | Stretta sulle consulenze - Live Sicilia

La svolta delle “partecipate” | Stretta sulle consulenze

Risparmio e trasparenza. Sono queste le “parole d'ordine” del riordino delle società partecipate portato avanti dal governo regionale. Un piano i cui contorni sono stati già chiariti, ma che oggi diventa operativo, in seguito alla pubblicazione di un decreto coordinato dell'assessorato all'Economia. Un testo che, di fatto, riunisce due precedenti decreti (del 28 settembre e del 23 novembre) con i quali si era impressa una svolta al mondo delle società controllate dalla Regione.
Armao: "Entro un anno i primi risultati"
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Risparmio e trasparenza. Sono queste le “parole-chiave” del riordino delle società partecipate portato avanti dal governo regionale. Un piano i cui contorni sono stati già chiariti, ma che oggi diventa operativo, in seguito alla pubblicazione di un decreto coordinato dell’assessorato all’Economia. Un testo che, di fatto, riunisce due precedenti decreti (del 28 settembre e del 23 novembre) con i quali si era impressa una svolta al mondo delle società controllate dalla Regione.

“Una trasformazione radicale dell’amministrazione regionale che porta a contenere costi e incentivare efficienza”, questo il commento oggi dell’assessore all’economia Gaetano Armao, che ha illustrato i passi fondamentali del riordino in un convegno svolto a Villa Malfitano. “Questo – ha aggiunto Armao – è un concreto esempio di carte e conti in regola con il quale ci presentiamo anche al nuovo Governo nazionale per ricevere la giusta attenzione alle richieste di piena attuazione dell’autonomia finanziaria attribuita dallo Statuto avanzate ieri al presidente del Consiglio, Mario Monti”.

Oltre alla riduzione delle società partecipate da 34 a 14, infatti, diverse sono le misure per il contenimento della spesa. A cominciare dall’obbligo per queste società di rispettare il patto di stabilità interno. In caso contrario, potranno essere sciolti gli organi di amministrazione, e la Regione valuterà i presupposti della responsabilità erariale dei vertici. Anche i compensi verranno “bloccati”: non potranno superare quelli previsti al 31 dicembre del 2009 (anche per il personale dirigenziale). Ogni assunzione (prevista solo in caso di deroga al blocco al 2008 stabilito dal governo regionale) dovrà seguire i criteri dell’evidenza pubblica. Nessuna “chiamata diretta” selvaggia, insomma.

Per i dirigenti delle società a totale o maggioritaria partecipazione della Regione è fissato un tetto massimo della retribuzione: il 30 % in meno di quella minima dei dirigenti generali. Stretta anche sulle consulenze: queste saranno subordinate “alla precisazione che non sussistono professionalità sufficienti e/o specializzate all’interno della struttura societaria per l’espletamento dell’incarico per il quale si ricorre all’esterno. Non possono conferirsi incarichi reiterati allo stesso consulente e/o professionista per periodi prolungati”. Resta da capire cosa si intenda per “prolungati”, ma è già qualcosa.
Limiti sono stati posti anche alle spese “di rappresentanza”: queste non potranno superare il 20% della spesa del 2009, mentre è prevista la riduzione del 50% sulle spese per le pubblicazioni. Risparmi previsti anche per la auto blu: ogni società potrà disporre di una sola vettura di rappresentanza.

Il decreto poi prevede di privilegiare “i componimenti bonari” per evitare lunghi e costosi procedimenti giudiziari. “Le controversie – si legge nel decreto – saranno sottoposte all’esame di apposita commissione che, con il coordinamento del competente Servizio della ragioneria generale, sarà composta da un rappresentante dell’Ufficio legislativo e legale e, di volta in volta, da un rappresentante della società richiedente e da un rappresentante dell’assessorato/dipartimento committente e sottoscrittore del contratto di servizio”. Fissati anche i termini massimi di conclusione di un procedimento amministrativo, mentre le società dovranno rispettare la legge sulla trasparenza.

Previste anche norme “antiracket”: le aziende che forniranno alle società beni e servizi si impegnano, pena la rescissione del contratto, di denunciare ogni azione estorsiva nei loro confronti.
“Contiamo entro un anno – ha concluso Armao – di poter vedere i primi e più duraturi risultati di questa complessa opera di riordino, che è anche di moralizzazione e trasparenza. Avremo alla fine certamente società più snelle e quindi anche più in grado di conseguire il compito loro affidato”.

Il riordino: ecco le 14 società partecipate
Ecco quindi, in sintesi, la nuova fisionomia delle aziende a totale o maggioritaria partecipazione della Regione. Le magnifiche quattordici sono:
Ast (partecipazione della Regione: 100%);
Beni Culturali (100%);
Cinesicilia (100%);
Sviluppo Italia Sicilia (100%);
Sicilia e-Servizi (51%);
Sicilia Patrimonio Immobiliare (75%);
Sicilia Emergenza-Urgenza Sanitaria (53,25%);
Serit Sicilia;
Credito Irfis (21%);
Sicilia e-Ricerca (100%);
Siciliacque (25%);
Mercati Agro Alimentari Sicilia (94,41);
Parco Scientifico e Tecnologico della Sicilia (87,90);
Lavoro Sicilia (100%).

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