I dati definitivi delle primarie democratiche tardano ad arrivare. Ma in Sicilia il quadro si va delineando. Nessuno, come previsto, centra la maggioranza assoluta. Vince Lupo, che aveva già stravinto nei circoli, con più del 39 per cento. Seconda piazza per Lumia, con la sua corsa slegata dalle mozioni nazionali. Terza piazza per Mattarella, che avrebbe perso qualche migliaio di voti in meno dell’ex presidente dell’Antimafia.
L’investitura del segretario del Partito democratico siciliano, a questo punto, toccherà all’assemblea. L’esito, ha detto oggi Enzo Bianco, è scontato. Lupo è stato il più votato tra gli iscritti e il più votato tra gli elettori, ragiona l’ex ministro dell’Interno, il segretario quindi è lui. “La gente ha scelto”, ha sintetizzato lo stesso Lupo proprio a livesicilia. Potrebbe sembrare un’ovvietà. Ma di ovvio, e di scontato, in politica on c’è mai niente. E così poco dopo Bianco si fa sentire Rosario Crocetta, big sponsor di Lumia, che la pensa in tutt’altra maniera: “Dai dati emerge – sostiene Crocetta – che è possibile un nuovo percorso attraverso l’elezione di Lumia segretario”. Un percorso “possibile”, numeri alla mano, ma solo attraverso un doppio carpiato con avvitamento: ovvero i due sconfitti, battuti sia ai circoli sia alle primarie, si mettono insieme in assemblea per far fuori il candidato più votato. Giochini da palazzo molto vecchio stile, certo “possibili”, come afferma Crocetta, ma forse discutibili. Tanto più per un partito che ha il termine “democratico” nella ragione sociale. Salvo che la “rivoluzione democratica” evocata da Crocetta nello stesso comunicato non si traduca in una “rivoluzione della democrazia”, introducendo l’innovativa regola del “chi perde, vince”.
Quella sì, onorevole Crocetta, sarebbe proprio una grande rivoluzione