"La verità su Spatuzza e la strage | Non c'è stata nessuna identificazione" - Live Sicilia

“La verità su Spatuzza e la strage | Non c’è stata nessuna identificazione”

La nota dell'avvocato di Narracci
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“Contrariamente a quanto diffuso da alcuni organi di informazione, Gaspare Spatuzza non ha mai identificato il dottor Lorenzo Narracci come l’uomo, estraneo a Cosa Nostra, presente nel garage in cui fu predisposta l’autobomba utilizzata per la strage di via D’Amelio”. Lo afferma in una nota il difensore di Narracci, Michele Laforgia.

“Spatuzza ha infatti precisato – continua il legale di non essere in grado di riconoscere la persona avvistata ‘per pochi attimi’. nell’autorimessa, limitandosi a confermare che il dottor Narracci corrisponde alla persona già individuata in fotografia come ‘somigliante’ con quella persona”. “Il dott. Narracci, pertanto – continua il legale – attende fiducioso l’esito degli accertamenti della magistratura, nella certezza che la sua estraneità ai fatti sarà presto riconosciuta ponendo fine alle illazioni e alle calunnie diffuse senza alcuna cautela nei suoi confronti da oltre 15 anni”. “A tale scopo – conclude la nota – procederà in ogni sede per tutelare la propria reputazione e l’immagine delle Istituzioni che ha sempre fedelmente servito”.

Le indagini su via D’Amelio
“Stiamo cercando di chiudere l’indagine sulla strage di via D’Amelio
nei prossimi due o tre mesi. Speriamo di farcela”. Lo ha detto il procuratore di Caltanissetta Sergio Lari a proposito della tranche dell’inchiesta, riaperta sull’eccidio del giudice Paolo Borsellino e degli agenti della scorta, che riguarda il pentito Gaspare Spatuzza, reo confesso dell’omicidio. L’ex killer di Brancaccio, con le sue rivelazioni, ha infatti consentito di riscrivere la fase preparatoria dell’attentato del 19 luglio del 1992, originariamente raccontata, tra conferme e smentite, dall’ex pentito Vincenzo Scarantino, e si è autoaccusato, nonostante non fosse mai stato indagato per la vicenda, di avere rubato la 126 che poi venne imbottita di tritolo e usata per uccidere il magistrato. Rivelazioni che smentiscono in pieno la “storia” narrata da Scarantino. Con la chiusura dell’indagine su Spatuzza potrebbero accorciarsi i tempi della richiesta di revisione dei processi, già conclusi con sentenze definitive di condanne all’ergastolo, a carico di almeno quattro persone accusate da Scarantino.


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