CATANIA- Un nuovo faldone circola tra gli studi legali più quotati della città e poche riservatissime stanze della Procura, contiene la trascrizione delle dichiarazioni rilasciate spontaneamente dal boss di Palagonia Rosario Di Dio. Atti pubblici che non possono circolare in questa fase, contengono elementi importanti per la comprensione dei segreti del rapporto tra politica e mafia in provincia di Catania, non a caso sono stati depositati all’interno del processo d’appello a Raffaele Lombardo.
Il contenuto è top secret, tecnicamente la difesa dell’ex governatore condannato in primo grado deve valutare come difendersi dai nuovi elementi che emergono dalle dichiarazioni di Di Dio. Verbali che Raffaele Lombardo sta leggendo con attenzione e che potrebbero essere determinanti nel processo d’appello.
PERCHE’ DI DIO PARLA? Non è una collaborazione, questo è bene precisarlo. Di Dio non è un pentito, ma si trova al 41 bis, per uscire dovrebbe venir meno il pericolo rappresentato dal suo essere un capomafia. E’ considerato “esponente di primissimo piano della famiglia Santapaola”, secondo i pm avrebbe intrattenuto “rapporti diretti” con Raffaele Lombardo quando era sorvegliato speciale. “…Da me – diceva il boss intercettato riferendosi a Lombardo – all’una e mezza di notte è venuto ed è stato due ore e mezza, qua da me, dall’una e mezza alle quattro di mattina… si è mangiato sette sigarette”. “Recandosi nottetempo – scrivevano i pm nell’inchiesta Iblis– a casa dell’amico mafioso per chiedere il suo appoggio elettorale sapeva che una richiesta di voto proveniente da un soggetto dotato di indiscusso prestigio criminale non poteva essere tanto facilmente disattesa… la circostanza che l’incontro si sia svolto dall’una e mezza alle quattro di notte può spiegarsi soltanto con la consapevolezza che i fratelli Lombardo avevano di recarsi a casa di un mafioso”. Raffaele Lombardo per negare l’incontro ha affidato una perizia a Gioacchino Genchi, perizia che smonterebbe le tesi accusatorie me che non è mai confluita nel dibattimento.
In una delle conversazioni il boss racconta della richiesta di voti dell’assessore provinciale Orazio Pellegrino dell’Mpa “uomo di Raffaele Lombardo”, che si è detto sempre estraneo ad ogni coinvolgimento.
I VERBALI- Di Dio confermerebbe l’incontro con Raffaele Lombardo e fornirebbe particolari rilevanti ai magistrati. Il boss parlerebbe di rapporti tra alcuni esponenti della famiglia Santapaola e la politica, di incontri e accordi che avrebbero preceduto importanti appuntamenti elettorali.