"L'accendino ce l'hai? Appigghia" | L'attentato minuto per minuto - Live Sicilia

“L’accendino ce l’hai? Appigghia” | L’attentato minuto per minuto

Foto d'archivio

I mafiosi di Resuttana e San Lorenzo incendiarono alcune macchine a Partinico. Erano spiati.

PALERMO - MAFIA
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PALERMO – “Francesco vuole fatta una cortesia”: inizia così la lunga intercettazione che ricostruisce il danneggiamento subito dal titolare di un centro revisioni auto a Partinico. Una storia di femmine e vendetta. Credevano di farla franca ed invece le microspie dei carabinieri hanno registrato tutto.

È uno degli episodi ricostruiti dai carabinieri che hanno indagato sui mafiosi di San Lorenzo. Nel provvedimento di fermo che domenica scorsa ha raggiunto Giuseppe Biondino, indicato come il nuovo reggente del mandamento di San Lorenzo, c’è anche il nome di Francesco Lo Iacono, 37 anni di Partinico. È a lui che andava fatta la cortesia di bruciare le macchine della concessionaria.

Nella notte fra il 13 e il 14 agosto di due anni fa Sergio Macaluso, oggi pentito, informava Corrado Spataro che da lì a poche ore avrebbero messo in atto l’attentato incendiario con l’aiuto di Lorenzo Crivello e Antonino Catanzaro, tutti arrestati nel blitz antimafia dello scorso dicembre. “Mi ha chiamato Francesco vuole fatta questa cortesia… a che sei là, togliti il pensiero perché quello è messo che mi tempesta di telefonate e di messaggi si vede che è urgente”, diceva Macaluso. Poco prima aveva spiegato che “si deve andare a fare la cosa e quello mi ha detto io la faccio qua e gli ho detto ma che camminiamo quattro persone con al cosa di sopra, la facciamo al paese che c’è una pompa che apre self service”. Serviva la benzina per dare fuoco alle macchine.

L’auto con a bordo Macaluso, Crivello, Spataro e Catanzaro si fermò in un distributore di via Dell’Olimpo. Macaluso dava le indicazioni del luogo dove appiccare l’incendio.“…. è un centro revisione… nella villetta e ha le macchine fuori, però ha le telecamere”.  Il passaggio successivo è inequivocabile. “… ti infili le bottiglie, gliela butti nelle macchine e gli dai fuco”. Bisognava essere accorti: “… qualche cappello non ce l’hai nella macchina… la ci sono le telecamere ti devi mettere qualche cosa di sopra perché ti prendono”. La scelta di affidarsi a palermitani in trasferta era spiegata dallo stesso Macaluso: “… i cristiani per non fare scruscio da un paese prendono persone da un altro paese”.

Poco dopo l’una di notte l’auto transitava a Partinico: “… “dobbiamo stare attenti che all’altra entrata del paese fanno posto di blocco… stiamo arrivando”. Obiettivo raggiunto pochi minuti dopo. Ancora Macaluso chiedeva a  Catanzaro: “… l’accendino ce l’hai? Ti raccomando Tonino la miccia a terra”. Qualcosa andò storto. Crivello: “Appena ho posato le bottiglie c’è stato uno che gli ha detto oh, oh, oh… uno affacciato di qua era e dopo ha fatto la scusa che stavo pisciando… tu gli dovevi dire infilati dentro e fatti i cazzi tuoi…”.

La missione andò a buon fine all’1:37. Catanzaro: “… qualche quattro macchine ci ho fatto la striscia… le bottiglie gliele ho messe accanto la benzina, sotto la macchina… il lampo che è acceso quando appigghia… vum”.


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