PALERMO – L’ultimo covo dei ladri d’auto è stato trovato ai piedi dello scheletro di un palazzo. Negli scantinati di quell’edificio mai terminato, c’erano decine di auto e scooter rubati, alcuni completamenti smontati, altri ancora integri. La centrale operativa dei topi d’auto si trovava in via Tiro a Segno a Palermo, tra la zona di Sant’Erasmo e corso dei Mille, dove la polizia è giunta durante l’inseguimento di due giovani che avevano messo a segno l’ennesimo colpo.
Sono state trovate Fiat Cinquecento, Fiat Panda, Punto, i resti della carrozzeria di alcune Smart. Ancora una volta, si tratta delle auto più rubate a Palermo, dove nell’ultimo anno si registra un lieve calo dei furti, che però si fanno sempre più “tecnologi”. Contemporaneamente, diminuiscono anche i recuperi: in media, vengono ritrovate quattro auto su dieci, dopo la denuncia del proprietario. Insomma, molte auto spariscono nel nulla. Finiscono in depositi come quello individuato dalla polizia o addirittura valicano i confini italiani.
Un business che, secondo LoJack, la società internazionale in prima linea nella lotta contro la criminalità organizzata legata ai furti d’auto – fa registrare una raffica di furti di veicoli anche a Palermo, con almeno dieci colpi al giorno. Un fenomeno che sta evolvendo con l’utilizzo di dispositivi sempre più hi-tech, basti pensare che ogni giorno sulle strade italiane vengono rubate 274 vetture e di queste ben 164 spariscono nel nulla. E nel mirino cominciano a finire anche i Suv.
E’ questa la nuova tendenza rilevata: secondo l’analisi curata da LoJack, l’obiettivo delle organizzazioni criminali si sta spostando sui modelli d’auto più moderni. “L’interesse nei confronti di questi veicoli, che conservano in media un valore economico più elevato rispetto alle autovetture, sta inesorabilmente crescendo – spiegano -. Ciò dimostra l’esistenza di un mercato alimentato da furti su commissione, che avrebbe base nell’area balcanica, come Serbia, Albania e Slovenia, ma anche in l’Africa o Brasile. E il trend è destinato a crescere ulteriormente, di pari passo con la maggiore diffusione di questi veicoli sul mercato”.
Insomma, oltre alle piccole utilitarie della Fiat, ad essere presi di mira sarebbero anche i mezzi dall’assetto rialzato che sono sempre più diffusi a Palermo in seguito alla escalation di immatricolazioni. In Italia, i modelli più rubati sono la Nissan Qashqai (656 unità rubate), che ha scavalcato la Range Rover Sport (399), preceduto anche dalla Kia Sportage (429). Seguono Rang Rover Evoque, Hyundai Tucson e Mercedes ML. Tra i metodi più tecnologi utilizzati dai ladri, quello della riprogrammazione della chiave e il “relay attack”, con il controllo diretto delle porte OBD della vettura (diagnostica di bordo) oppure a distanza grazie all’uso di due ripetitori in radio frequenza che consentono di far rimbalzare la comunicazione tra l’auto e e la sua chiave, anche da lontano.
Secondo gli esperti, infatti, il “ladro solitario” sarebbe sempre meno frequente nelle città italiane: anche nel capoluogo siciliano, ad entrare in azione sarebbero bande organizzate che agiscono su commissione. E nella classifica delle regioni, la Sicilia è la quinta, in Italia, a registrare il numero più alto di colpi, circa 15 mila. I furti vengono messi a segno soprattutto a Palermo e a Catania, dove a “sparire” sono stati anche centinaia di mezzi pesanti, compresi furgoni e fuoristrada.