PALERMO – “I fischi ricevuti vanno rispettati perché frutto della libera e democratica espressione che questa Palermo custodisce con orgoglio”. Il giorno dopo il Festino, il sindaco Roberto Lagalla prova a smorzare le polemiche politiche.
Ieri sera, appena il primo cittadino è salito sul carro di santa Rosalia ai Quattro Canti per il tradizionale omaggio alla patrona della città, dal pubblico sono arrivati alcuni fischi di contestazione: immagini che sono diventate virali.
“Questi mi spingono verso un rinnovato confronto con la città, con l’obiettivo di dare nuove, serie e trasparenti risposte ai suoi cittadini, come quelle già date nei primi tre anni di sindacatura, frutto di un instancabile e quotidiano impegno”, ribatte oggi l’ex rettore.
“Tempo di bilanci”
“Il giorno dopo il Festino è sempre tempo di bilanci e il primo ringraziamento voglio rivolgerlo a tutti i palermitani e i turisti che hanno saputo vivere questo evento nella maniera che ho auspicato alla vigilia: tutti insieme per celebrare Santa Rosalia con rispetto, gioia e in sicurezza”, dice il sindaco ringraziando anche gli organizzatori, le forze dell’ordine e la Rap.
“È stato emozionante, prima come uomo e poi da sindaco, camminare per le strade del Cassaro e raccogliere il saluto, le strette di mano, e i sorrisi di tantissime famiglie palermitane e dei visitatori – continua Lagalla -. È questo il senso di comunità che ho in mente e che deve guidarci nella tutela della nostra città”.
Il sindaco prova poi a fare i conti con i fischi ricevuti che – dice – “vanno rispettati”, sottolineando l’impegno sul fronte della sicurezza. “Impegno che proseguirà già da domani a Roma, dove anche Palermo siederà al tavolo di confronto delle grandi città con il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, consapevoli delle difficoltà e delle grandi sfide che le stesse città stanno affrontando in questo particolare momento storico, a cominciare dal tema della sicurezza”.
Le polemiche
Critiche al primo cittadino sono arrivate però non solo dalle opposizioni. I presidenti delle otto circoscrizioni, di cui ben sette espressione del centrodestra, in una nota congiunta sono andati all’attacco.
“Il sindaco è stato fischiato sonoramente – scrivono -. I fischi non sono semplicemente una superficiale manifestazione di disapprovazione, ma il sintomo evidente di un malessere profondo e di una distanza tra il governo della città e i cittadini. In questo quadro, noi presidenti delle otto circoscrizioni riteniamo che un elemento nodale di tale dissonanza sia il totale accantonamento del processo di decentramento amministrativo”.
“I fischi rivolti al sindaco Lagalla sono una chiara espressione di disagio e di insoddisfazione dopo tre anni di amministrazione – dice Antonino Randazzo, capogruppo del M5s a Sala Martorana -. Sicurezza, degrado, mancato controllo del territorio, assenza di politiche a favore di giovani alcuni dei temi irrisolti. Invece tanti i contributi a pioggia dalla cultura, allo sport, ai panettoni, alle festicciole nelle parrocchie in questi anni a volte con metodi poco chiari. Rifletta il sindaco se intende anticipare la scadenza naturale del suo mandato”.
E perfino il parroco di Sferracavallo, don Francesco Di Pasquale, sui social non è stato tenero. “I fischi a questa amministrazione e al sindaco sono il termometro di un’insoddisfazione generale – ha scritto – e di una stanchezza verso una politica che in questi anni ha abbandonato la città”.

