Bimbo morto in grembo: “Niente tracciato, potevano salvarlo”

Bimbo morto in grembo: “Niente tracciato, potevano salvarlo”

Cinque ore di attesa, poi l'elisoccorso e il volo ad Agrigento e Palermo. Le parole del padre inconsolabile

PALERMO – “Non c’era la macchina per fare il tracciato, nostro figlio poteva essere salvato e invece è morto in grembo, soffocato dal cordone”. Francesco L. trattiene a stento le lacrime, quando sussurra, al telefono, il nome del suo piccolo: Giacomo, ucciso dal cordone ombelicale dopo una visita nel poliambulatorio di Lampedusa e un volo disperato, in elisoccorso, verso Agrigento e poi verso Palermo. Una lunga odissea, quella di Francesco e della moglie Laura, che inizia all’alba del 18 luglio.

Lampedusa, poliambulatorio

Intorno alle 8.30 la giovane coppia va nel presidio sanitario isolano, sono allarmati perché “non sentivamo muoversi il bambino”. “Attendiamo un’ora – dice il papà a LiveSicilia – il ginecologo non era sul posto. Una volta arrivato esegue una ecografia, mancava la macchina per fare il tracciato del feto. Il medico sostiene che i battiti sono regolari, solo un po’ più lenti del solito e ci manda a casa, col consiglio di prendere un volo, nel pomeriggio, per andare a Palermo”.

I dubbi della mamma

La moglie di Francesco, però, nutre alcuni dubbi, il bambino non si muove e contattano il ginecologo del Civico di Palermo. “Ci viene consigliato di fare una nuova ecografia – continua Francesco L. – e di andare con l’elisoccorso nel primo ospedale possibile”. Il ginecologo di Lampedusa, alla seconda ecografia, conferma di sentire “il cuore in lontananza”.

Nuovo imprevisto

Intorno alle 13.00, quindi oltre quattro ore dopo il primo arrivo nel poliambulatorio, la coppia sale sull’elisoccorso, deve raggiungere l’ospedale di Agrigento, il più vicino, ma scoprono “che manca l’unità di terapia intensiva neonatale”. Quindi una deviazione per Palermo, dove il piccolo Giacomo arriverà privo di vita.

Rabbia e inchiesta in corso

I genitori non si danno pace. “Intervenendo in tempo, Giacomo si sarebbe salvato – conclude Francesco – su questo non abbiamo dubbi, il cuore gli batteva. E invece è nato privo di vita”. Strozzato dal cordone ombelicale, Francesco e Laura hanno chiesto l’autopsia, è scattata l’inchiesta, che farà luce su quello che è successo e su eventuali responsabilità. Ma resta un vuoto incolmabile.


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