CATANIA – Non sono riusciti ad aspettare la fine della campagna elettorale. A mantenere almeno la “faccia” della compattezza in vista del voto previsto tra dieci giorni e sono esplosi sui social network. Lo scontro dell’ultima campagna elettorale tra i big del Partito democratico, in particolare tra l’area articolista rappresentata dal duo Sammartino – Sudano e quella dem incarnata dall’ex assessore Anthony Barbagallo, che sembrava sopiti, quanto meno prima del voto del 4 marzo, è deflagrata, dopo il commento da parte dell’ex sindaco di Pedara alle dimissioni del vicesegretario Jacopo Torrisi. Il deputato regionale ha approfittato dell’adieu di Torrisi per ribadire la necessità di “modellare un partito plurale che sappia interpretare le esigenze, le attese e le speranze della nostra gente, dei circoli e degli attivisti. Un Partito Democratico che tenga fede ai suoi valori fondanti dell’unità nella diversità e che sia comune denominatore della storia e delle prospettive del centrosinistra”.
Riflessioni evidentemente non gradite alla candidata democratica al Senato, che con lo stesso mezzo, ma con toni evidentemente più alti, ha immediatamente replicato, accusando il collega di partito di far campagna elettorale per il centrodestra. “L’ex assessore, ex mpa, Anthony Barbagallo – scrive la Sudano sul proprio profilo Fb – invece di utilizzare le dimissioni dell’amico Jacopo Torrisi per fare sterile polemica su cosa deve essere il Partito Democratico e su quali valori deve fondarsi farebbe bene ad occuparsi dei suoi consiglieri comunali ed assessori che in tante realtà sostengono la candidatura del centro destra nelle persone di Giovanni Pistorio e Raffaele Stancanelli. Basta con questa ipocrisia non serve a nessuno. Buona campagna elettorale a tutti”.
Accuse tutt’altro che velate, respinte immediatamente da Barbagallo, come “prive di fondamento e volutamente violente nei confronti di chi ha dimostrato grande generosità e spirito di servizio nei confronti del Pd”. Una sottolineatura non certo casuale prima di affondare: “Verrà presto, nelle sedi opportune, il momento per ogni chiarimento”.
Una scena non certo edificante per il Partito di governo, almeno fino al prossimo 4 marzo, con l’ambizione di restare alla guida del Paese, né tantomeno per una formazione già dilaniata dalle liti e dagli abbandoni che rischia, mostrando ancora una volta i nervi scoperti e le ferite non sanate, di perdere ulteriore terreno nei confronti degli avversari. Un aspetto che sottolinea un altro esponente di quello che è stato il centrosinistra siciliano, fino al 5 novembre, Giuseppe Caudo, sodale e vicinissimo all’ex presidente Crocetta.
“Vi invito sommessamente a pensare ai tanti, tantissimi che stanno cercando una ragione per andare a votare il 4 e segnare il PD sulla scheda – scrive Caudo, neanche a dirlo, su Fb – tutto questo li spinge fuori dalle urne o peggio a scegliere altro. Davanti alla sconfitta di una comunità non ci saranno vincitori”. Mentre, però, l’ex responsabile provinciale del Megafono, tenta di gettare acqua sul fuoco, a gettare benzina è invece l’ex sindaco di Gela che, piccato, replica alle dichiarazioni di Enzo Bianco. I due, non solo fino a qualche mese fa condividevano – se non altro sulla carta – lo stesso progetto politico, ma hanno affrontato gli ultimi anni a suon di assist e cortesie istituzionali. Lo strappo, oggi, pare irreparabile.