L’appello di Suor Mariella: |"Necessaria una legge quadro" - Live Sicilia

L’appello di Suor Mariella: |”Necessaria una legge quadro”

“La formazione professionale che serve alla Sicilia – dichiara a Livesiciliacatania il Presidente CIOFS –FP Sicilia Suor Mariella Lo Turco – deve educare alla cittadinanza attiva e responsabile per poter rilanciare imprese e giovani”.

Formazione professionale
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mariella lo turco

Suor Mariella Lo Turco

CATANIA –    Il CIOFS, centro italiano opere femminili salesiane è la risposta educativa e di orientamento per chi è alla ricerca del proprio progetto professionale. E’una rete aperta al territorio per promuovere l’inserimento professionale. A capo della struttura della nostra regione si trova suor Mariella Lo Turco, educatrice sensibile che intervistata da Livesiciliacatania fa il punto sulla formazione.

Suor Mariella, quanto peso ha la formazione professionale in Sicilia?

“La formazione professionale rappresenta, oggi più di ieri, se regolamentata e stabilizzata, una risposta e una garanzia per rendere virtuoso il rapporto tra economia, società e democrazia. E questo è tanto più vero quanto più significativo in Sicilia, terra riccamente complessa. La formazione professionale per la nostra terra, pur tra tante difficoltà, è stata una risorsa di sviluppo economico e di promozione umana-sociale-culturale”.

In qualità di presidente CIOFS, il Centro Italiano Opere Femminili Salesiane Formazione Professionale, qual è il Vostro appello?

“Avvertiamo il bisogno di politiche formative finalizzate a sostenere il valore formativo, professionalizzante e sociale della formazione professionale; alla promozione ed allo sviluppo della qualità più che all’assistenzialismo; attivare percorsi sull’occupabilità e cittadinanza. Da ciò derivano tre diversi percorsi da sostenere: quello di istruzione e formazione professionale iniziale gestito dagli enti regionali accreditati secondo i criteri del Decreto Ministeriale; un secondo, di formazione professionale post obbligo per ragazzi drop out, immigrati, in disagio socio-culturali, con carenze motivazionali, con permanenza temporanea nelle carceri; ancora, quello di formazione continua che consenta di rispondere correttamente alle mutevoli esigenze del mercato del lavoro”.

Quale pensa possa essere la strategia da adottare nel settore della formazione?

“E’necessario uscire da logiche riduttive che arenano il valore della formazione professionale. Occorre procedere con una regolamentazione che trovi il suo punto di partenza nella realtà, forti di una corretta analisi delle situazioni pregresse e dei risultati ottenuti”.

Ci sono delle priorità alle quali il neonato governo Crocetta deve guardare?

“Senz’altro: urge una legge quadro che in linea con gli orientamenti comunitari definisca il sistema nei suoi diversi ambiti. Occorre creare in Sicilia un sistema stabile di formazione professionale che possa garantire un “successo formativo”. E di certo non possiamo ridurre la formazione professionale unicamente a “questione finanziaria”. Il tema della formazione è ben più ampio: l’investimento in termini finanziari è funzionale non solo all’istruzione quanto alla formazione del giovane-cittadino, che rappresenta il futuro. Puntare sulla formazione professionale significa credere nella professionalità, nella cultura e nel lavoro. Difatti, è evidente che il valore deriva dall’applicazione del principio di sussidiarietà che sostiene una formazione scelta e per questo più efficace e più convincente nell’alternanza scuola/formazione/lavoro, e con forme particolarmente efficaci nell’apprendistato, dove l’impresa si fa istituzione culturale e formativa, di rilievo economico e sociale”.

 

 

Qual è il panorama della formazione a livello nazionale?

 

“Dieci anni di continui tentativi di riforme, a volte surrettizie, hanno messo a dura prova il sistema educativo di istruzione e formazione del nostro paese, soprattutto nelle sue componenti dedicate all’acquisizione di conoscenze e competenze professionali. Questi tentativi hanno comunque consentito di giungere ad un disegno complessivo che, anche nella acquisita consapevolezza di una necessaria e continua revisione organizzativa, permette ormai di valorizzare l’istruzione e la formazione professionale, nella quale operano anche gli enti di FP; un disegno, tuttavia, che si è attuato nelle Regioni in maniera difforme e frammentata, a causa di condizionamenti sia di carattere finanziario e sia di carattere politico- culturale.

 

Dobbiamo migliorarne l’accesso, sviluppare un sistema di opportunità che possa rendere la formazione continua e permanente un diritto soggettivo sollecitato dall’Unione Europea. Nella strategia di Lisbona si prevede di portare al 12,5% (rispetto al 7% del nostro Paese) le quote di lavoratori in grado di avvalersi ogni anno di una esperienza formativa. E’ importante che questa esperienza abbia un pieno carattere promozionale che coinvolga tutti, soprattutto quelli più esposti ai rischi dell’emarginazione, si definisca in rapporto ai fabbisogni dell’impresa, ma abbia anche a cuore la persona che va tutelata rispetto alla professionalità, alla crescita culturale, alla salute, al benessere, alla sicurezza della persona e all’inclusione sociale”.

 

 

 

Quando incontrerà il neo governatore Crocetta cosa gli chiederà?

 

“Innanzitutto, di definire una visione unitaria ed ottenere un consenso “bipartisan” delle forze politiche regionali, in ordine ai processi di consolidamento della Sistema Formativo, plurale, condiviso, rispettoso delle territorialità.

 

Mi auguro che il nuovo governo riuscirà a compiere una politica del lavoro attenta alla valorizzazione del capitale umano, un sistema semplificato e trasparente che riduca i tempi della burocrazia e dia risposte concrete attente a “tempi dell’uomo”; infine chiederò la promozione della cultura del lavoro creativo, mobile, responsabile, etico: ricordiamoci che la Cig non può essere la soluzione, poiché impoverisce la cultura e demotiva l’uomo, sostiene ma rende passive le intelligenze”.

 

 

 

La Sicilia vive il “depauperamento umano”: giovani sempre più scoraggiati e rassegnati si assopiscono e chi può salpa verso mete sconosciute.

 

“Dobbiamo affrontare il disagio che accomuna i tanti ragazzi siciliani; il nostro dovere, quello degli adulti, è di schierarsi con loro per promuovere le intelligenze delle mani e del pensiero e offrire oasi economiche di sviluppo. Non possiamo permetterci di guardare da lontano le nostre migliori risorse”.


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