L'assassinio di Agata, il monologo dell'indagato - Live Sicilia

L’assassinio di Agata, il monologo dell’indagato

Saro Palermo parla da solo in auto. Ma ad ascoltarlo ci sono i carabinieri.
IL GIALLO DI ACIREALE
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ACIREALE – E’ una sera di novembre del 2020. Saro Palermo è angosciato. Anzi terrorizzato. Sente il tintinnio di manette alle orecchie. L’eco mediatico della storia di Agata Scuto, otto anni dopo la sua scomparsa, lo ha fatto piombare in un incubo. Convinto che quella vicenda fosse archiviata. Lontana dalla sua vita che intanto era cambiata. Lontano da quella casa dove aveva vissuto con la sua ex e la figlia. I carabinieri lo hanno interrogato. Gli hanno sequestrato i telefonini, tutti. Anche quelli vecchi.

Palermo parla da solo. A se stesso. Intanto gli investigatori ascoltano. Le microspie registrano il suo monologo che per la gip Ivana Cardillo ha il sapore di una confessione.  “La ragazza che dovevo fare sparire! Mi spavento se la trovano… non ce la faccio più… impazzisco… alle dieci che arrivavo là a Pachino! Il Ris… hanno mandato il Ris… quelli del Ris! Dove devo metterla… che mi spavento! Questa disgraziata mi sta… mi sta facendo cadere la faccia terra…

Le indagini vanno avanti. Così il delirio di Saro Palermo. Che ancora una volta parla da solo. Frasi a volte sconnesse. Quasi senza senso. A tratti vorrebbe prevedere il futuro. Quasi allenarsi alle risposte da dare alla procura. Racconta un film e fornisce indizi agli inquirenti, forse anche il teatro dell’omicidio. Dove l’avrebbe uccisa per celare la gravidanza frutto di alcuni abusi. Agata, epilettica e con qualche handicap, sembrava ossessionata da quell’uomo che aveva una relazione sentimentale con la madre.

“L’abbiamo trovata! La ragazza! Il corpo della ragazza l’abbiamo trovata! l’abbiamo trovata morta nelle campagne… in un casolare nelle campagne di Pachino.. intanto l’abbiamo trovato che è morta strangolata… è morta strangolata e bruciata!… “. E poi sempre da solo cerca di tranquillizzarsi, consolarsi, rassicurarsi: “Ancora non mi hanno arrestato… ancora non mi hanno arrestato…”.
L’arresto è arrivato oggi. I carabinieri lo hanno portato al carcere di Noto: l’accusa è omicidio e occultamento di cadavere. 

Nel 2021 Palermo scrive un nuovo finale dell’inchiesta. E lo blatera. Sempre a voce alta.
Sempre da solo, nell’abitacolo della sua auto. “Il giudice ti ha mandato questa carta… ti ha scarcerato… ti ha liberato… ti ha scagionato… lo sai chi abbiamo arrestato? cadavere non è stato ucciso da te… da Gianluca Scuto…(fratello di Agata, ndr).. sei libero”. 

L’auto è il confessionale di Saro Palermo. A sua insaputa però è il confessionale del ‘grande fratello’. Il grande fratello degli investigatori. 


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