“Prendiamo atto dello stato in cui versa un settore della Procura della Repubblica di Catania che, secondo alcune interpretazioni giornalistiche, sembra essere in stato di crisi proprio a causa di questa indagine”. Lo afferma l’avvocato Francesco Strano Tagliareni in una dichiarazione sull’iscrizione nel registro degli indagati dell’assessore regionale Nino Strano, suo assistito – riportata dal Corriere della Sera – nell’ambito dell’inchiesta nata da indagini del Ros.
“E’ vergognoso – aggiunge il penalista – che la stampa possa pubblicare notizie coperte da segreto d’indagine riportando giudizi sulla gravità, maggiore o minore come nella fattispecie, della posizione di un indagato che non possono non provenire dagli uffici della stessa Procura o da suoi collaboratori. Tale pubblicazione è un reato, ma è facile prevedere che le indagini, semmai saranno fatte, non approderanno ad alcunché”.
“L’assessore Nino Strano, come tutti sanno, tranne chi guarda la società dal proprio ufficio attraverso lenti deformanti – afferma l’avvocato – è estraneo a qualsiasi ipotesi di contatti o affari illeciti con chicchessia. E’ indegno di un Paese civile e di una magistratura che nella quasi totalità è serena e onesta che tali notizie possano passare alla stampa senza che l’interessato si possa difendere non essendovi nulla da smentire o confutare. E’ ora di finirla con questo gioco al massacro, teso solo a infangare chi opera in piena onestà per il bene della Sicilia”.
“Sfidiamo la Procura di Catania a fare indagini patrimoniali e bancarie sull’assessore Nino Strano e sui suoi familiari e parenti – aggiunge il legale – e si scoprirà che dopo 40 anni di attività politica in tutti gli organi elettivi (Comune, Regione, Camera e Senato) e importanti incarichi da assessore il senatore Nino Strano entrato benestante e proprietario di beni in politica, oggi vive in una casa in affitto e non possiede alcunché. Mi rendo conto – conclude la nota dell’avvocato Francesco Strano Tagliareni – che tale attività possa essere più faticosa di quella di passare notizie alla stampa ma forse sarebbe più consona ai doveri d’ufficio”.