PALERMO – Si è fatta notare qualche giorno fa la campagna di comunicazione del Movimento 5 Stelle che attaccava con un fotomontaggio Nello Musumeci. La foto ritraeva Gianfranco Miccichè, Totò Cuffaro, Francantonio Genovese e Matteo Salvini che svelavano il proprio volto dietro una maschera con il viso del candidato del centrodestra. Un tema che il competitor Giancarlo Cancelleri ha cavalcato con insistenza in questi giorni, tra uno scivolone e l’altro sulla vicenda degli “impresentabili”. “L’unica cosa che sappiamo di Musumeci è che ha imbarcato delle persone improponibili e che le scelte cruciali, come quelle sugli assessori le faranno Cuffaro, Genovese e Miccichè”, ha scritto oggi il candidato grillino. Il tema torna di attualità con l’uscita odierna di Gianfranco Miccichè, che “nomina”, o meglio indica, un assessore regionale, il consigliere comunale trapanese Giuseppe Guaiana.
Una mossa che certo si fa notare. La nomina degli assessori spetta al presidente della Regione. Ed è inconsueto che un capo partito annunci un nome in campagna elettorale senza passare dal placet del candidato presidente. Certo, Miccichè ha specificato che si tratta di un’indicazione e non di una nomina, ma l’anomalia resta. Eppure, questo accade nel centrodestra siciliano, che è arrivato all’unità sul nome dell’ex presidente della Provincia di Catania dopo un percorso travagliato e carico di scontri e tensioni. Che si sono riaccese nei giorni scorsi dopo le esclusioni eccellenti dal listino decise da Musumeci.
Le parole odierne di Miccichè offrono un quadro degno di nota. Presentando Guaiana, il commissario dei berlusconiani siciliani ha detto tra l’altro: “Per la delega aspettate la formazione di governo. Oggi ufficializziamo la scelta di Forza Italia di dare un assessorato a Trapani, scelta che non può essere messa in dubbio da nessuno”. Da nessuno, Musumeci incluso?
Non solo. Miccichè ha già cominciato a parlare del numero di poltrone in giunta: “Minimo di 4 assessori, ma anche di più in base a quanti voti raccoglieremo. Posso assicurare giù da ora che avremo un assessore di Siracusa, uno di Ragusa e uno di Agrigento. Forse anche uno di Messina. Noi dobbiamo rilanciare Forza Italia a partire dalle province più piccole. Una scelta che il partito ha ritenuto utile ufficializzare in anticipo. Musumeci non deve ufficializzare niente, lo farà al momento delle formazione di governo”.
E Musumeci? Il candidato prosegue il suo tour quotidiano della Sicilia, continuando a evitare i confronti pubblici con gli avversari. I sondaggi concordano nel valutarlo in testa, ma l’ultima rilevazione di Demopolis vede lui e Cancelleri molto vicini. Sul tema degli assessori nominati dai partiti, una battuta Musumeci l’ha concessa un paio di giorni fa a Siracusa. Dove già si parla di un posto da assessore regionale per il forzista Edy Bandiera, commissario provinciale del partito. “Pronunciarmi sui nomi degli assessori non la ritengo una priorità”, ha detto il candidato presidente. Aggiungendo: “La priorità è quella di vincere le elezioni, ci sarà tempo per parlare degli assessori”. A chi gli ha chiesto della fuga in avanti delle élite forziste sui nomi degli assessori, Musumeci ha risposto: “Chiedetelo a Forza Italia”.
“Credo che Musumeci non eserciti alcun controllo sulla sua coalizione – ha detto oggi a Livesicilia il candidato di Pd e centristi Fabrizio Micari -, che è tra l’altro assai più litigiosa della nostra. Sono certo che, se dovesse mai vincere lui, già il 6 novembre quell’alleanza si sfascerà”. Gli avversari hanno individuato un tallone d’Achille nel favorito centrodestra. E c’è da scommettere che il tema resterà centrale da qui al 5 novembre.
(ha collaborato Massimiliano Torneo)
Aggiornamento
“Ogni forza politica della coalizione ha il diritto di esprimere desideri e proposte, ma sarà poi il presidente della Regione a dovere valutare e decidere chi farà parte della propria squadra di governo. Tutto il resto appartiene alle tattiche interne dei partiti”. Lo ha detto a Caltanissetta il candidato alla presidenza della Regione Siciliana, Nello Musumeci, rispondendo con i giornalisti a proposito dei rumor legati alla squadra di governo.