Ottantadue pagine fitte di nomi, cognomi, cifre e riferimenti normativi che fanno le pulci a dieci anni di amministrazione Cammarata. La relazione degli ispettori regionali, in seguito agli esposti di Idv e Un’Altra Storia, è arrivata a Palazzo delle Aquile soltanto ieri e mette nero su bianco le inadempienze dell’ente. Alla relazione, però, manca la parte più importante: quella economico-contabile, che passa al setaccio i conti del Comune che in molti danno per vicini al dissesto.
Intanto, però, di carne al fuoco ce n’è già parecchia. Si va dalla mancata adozione del piano del traffico alle nomine dei dirigenti, dalle problematiche urbanistiche ai consulenti esterni, dal piano di comunicazione ai cimiteri, passando per i container di via Messina Montagne, il centro storico, i rifiuti, l’assegnazione dei beni confiscati e le società partecipate. E solo perché già stanno indagando gli organi competenti, non sono stati trattati l’utilizzo irregolare di dipendenti Gesip, i tassi di smog e la discarica di Bellolampo, “argomenti aventi natura di violazioni di norme penali”, come si legge nella relazione. Nel complesso, comunque, il resoconto degli ispettori è una fotografia impietosa dell’ultimo decennio, in cui più volte l’ex sindaco avrebbe violato norme e disposizioni di legge e che, codice alla mano, avrebbero consentito alla Regione di poter riumuovere il primo cittadino dal suo incarico. Ma la relazione, come fanno polemicamente notare i consiglieri Alberto Mangano e Antonella Monastra, è giunta solo ora, ad insediamento già avvenuto del commissario.
PIANO TRAFFICO
Il Piano urbano del Traffico (Put) è un atto obbligatorio dal 1992. La giunta, dopo tre anni di lavori, lo adotta nell’ottobre del 1998 e, dopo le osservazioni, nel 1999 approda in consiglio comunale; peccato che non sia stato mai trattato e, anzi, venga restituito agli uffici nel gennaio 2002 da Cammarata. Inoltre, malgrado le reiterate richieste del dirigente competente, l’amministrazione non stanzia un solo euro nel Piano economico di gestione (Peg) per la realizzazione del Put. Nonostante ciò, il Comune nel marzo del 2002 istituisce le Ztl (zone a traffico limitato) che amplia nel 2005 e rimodula nel 2006, e procede al’appalto del servizio fino a quando, nel 2008, il Tar annulla tutto proprio per la mancanza del Put, con un aggravio di spesa del comune che deve restituire i soldi ai cittadini possessori dei pass.
CONSULENTI ESTERNI E DIRIGENTI
Quello dei consulenti è probabilmente uno dei capitoli più spinosi della relazione, senza dubbio il più lungo e corposo. Si parte dall’incarico di project manager del Pit 7 “Palermo capitale dell’Euromediterraneo”, per il quale l’amministrazione “non ha effettuato alcuna procedura comparativa”, agli esperti del sindaco: Lorenzo Ceraulo, Donatella Palumbo, Silvia Signorino e Sebastiano Bavetta. Questi ultimi, però, non hanno prodotto tutte le relazioni necessarie, tra il 2008 e il 2009, e in più il sindaco non ha trasmesso al consiglio comunale “una dettagliata relazione sull’attività svolta dagli esperti”. Senza considerare che gli ispettori lamentano il fatto che, dalla documentazione acquisita, “non si evince se Donatella Palumbo e Silvia Signorino siano in possesso della laurea”, necessaria per legge a meno di provvedimento motivato. La relazione passa poi al setaccio le undici consulenze a titolo gratuito, fra cui figurano anche Carlo Vizzini, Dario Allegra e Stefano Mangano. Di questi undici, non ce n’è uno il cui disciplinare d’incarico sia in regola: a volte è incompleto, a volte inesistente. In più, l’amministrazione non avrebbe verificato la presenza di professionalità equivalenti nella propria pianta organica, né attuato procedure comparative. Capitolo a parte per i 37 incarichi di collaborazione esterna per le attività di informazione e promozione, fra cui rientrano anche i componenti dell’ufficio stampa. Anche qui, nessuna procedura comparativa e affidamento diretto, senza peraltro alcun pronunciamento da parte di Sala delle Lapidi. Analoghi rilievi vengono sollevati per i funzionari comunali divenuti dirigenti per nomina fiduciaria.
SITUAZIONE FINANZIARIA DEL COMUNE
Sulla tenuta dei conti, la relazione boccia il Comune su tutta la linea. Dall’aumento dell’Irpef del settembre 2009, che doveva servire a rimpinguare il corrispettivo di Amia e che viene ritirato a fronte di un ricorso al Tar, alla vicenza Ztl, che costringe l’ente a spendere, solo di spese postali per la restituzione dei pass, oltre 900.000 euro. Somma a cui vanno aggiunti i costi sostenuti dinanzi al Tar e la percentuale dovuta al concessionario. Inoltre, i disallineamenti fra crediti avanzati da Gesip, pari a oltre 20 milioni, e i residui passivi corrispondenti presenti in bilancio, pari a meno di 15; l’utilizzo del fondo di riserva, dal 2006 al 2009, per l’acquisto di libri, riviste, piani di comunicazione, pagamento tasse, noleggio mezzi, pubblicità, pellegrinaggi a Santa Rosalia, feste dei Vigili Urbani e consulenze; i rilievi della Corte dei Conti, che vanno dalle stabilizzazioni agli eccessivi residui attivi, dai debiti fuori bilancio ai debiti con le partecipate, dalla scarsa capacità a riscuotere le tasse ai ritardi nell’approvazione di alcuni documenti contabili.
BUONI LIBRO
Il Comune non eroga i buoni libro agli alunni delle scuole elementari e medie, nonostante la Regione regolarmente stanzi le somme pari a oltre 1,4 milioni di euro all’anno dal 2007 a oggi. Una vicenda che portai genitori degli studenti a fare causa al comune, che risulterebbe probabilmente soccombente, e che potrebbe – si legge nella relazione – “far scaturire grave danno all’erario”. Una situazione a cui la giunta non pone rimedio nemmeno negli anni successivi, come raccontato da Livesicilia lo scorso settembre.
PIANO DI COMUNICAZIONE
Nel 2009 l’ufficio Cerimoniale del sindaco adotta un piano di comunicazione progettato dall’architetto Placido Scarpello per un importo di quasi 270mila euro. Peccato che non solo il progetto non risulti approvato dalla giunta, ma che il parere di congruità venga dato dallo stesso Scarpello. Il piano, sottolineano gli ispettori, “si limita ad una vera e propria elencazioni di passaggi televisivi, senza alcune stima dei costi”. L’affidamento del servizio avviene in forma “diretta”, con notevoli disparità economiche fra i diversi affidamenti, e in assenza di procedure ad evidenza pubblica.
CONTAINER DI VIA MESSINA MONTAGNE
Nell’aprile 2007 inizia l’odissea delle famiglie che occupano Villa Florio. Il Comune, in meno di venti giorni, affida a una ditta il compito eseguire i lavori necessari per la collocazione di 24 container in via Messina Montagne per ospitare le famiglie in questione. Peccato che i container divengano disponibili solo otto mesi dopo, visto che al momento della consegna risultano devastati e fatiscenti. Addirittura due non possono nemmeno essere recuperati, tanti sono i danni. Inoltre, il progetto per la sistemazione viene eseguito senza il parere igienico-sanitario; la manutenzione risulta carente, irregolare e intempestiva, con conseguente degrado igienico; non vengono effettuati i sopralluoghi necessari.
BENI CONFISCATI
Il 50% dei beni confiscati è inutilizzato e i criteri e le procedure di assegnazione – si legge nella relazione – “consentono notevoli discrezionalità nell’individuazione degli assegnatari”, che spesso non possono eseguire i lavori necessari per utilizzarli, situazione che ha portato alla revoca di 28 assegnazioni. Inoltre, i controlli della Polizia municipale portano a scoprire beni assegnati in cui non vengono svolte le attività sociali previste, oppure chiusi e abbandonati, senza che il settore Risorse immobiliari prenda i dovuti provvedimenti.
CIMITERI
Il Comune provvede all’assegnazione di 17 cappelle funerarie storiche, di cui 15 gentilizie e 2 murali, collocate nei vari cimieri della città: 13 ai Rotoli, 2 a Santa Maria di Gesù e 2 ai Cappuccini. Assegnazioni per le quali vengono stipulati 13 contratti e che permettono all’ente di incassare circa 350.000 euro. Ma l’amministrazione, così come scrivono gli ispettori, procede ad assegnazioni ad personam, in violazione dell’apposito regolamento comunale che prevede il 50% delle concessioni sulla base di criteri di anzianità di domanda e il restante 50% sulla base dell’età. Circostanze che portano la Procura della Repubblica ad indagare ma che non fanno recedere l’amministrazione, che a fine 2007 revoca le concessioni solo per le quattro cappelle per le quali non viene firmato un contratto e che non si costituisce nemmeno parte civile. “E’ evidente – si legge nella relazione – che eventuali pretese risarcitorie certamente vedrebbero soccombente il comune di Palermo”.
STATUTO COMUNALE
Il Comune non riesce a modificare il proprio statuto. O almeno ci prova da dieci anni, senza praticamente esservi mai riuscito. Nonostante una legge regionale del 2000 imponesse ai comuni di adeguare gli statuti “entro centoventi giorni dalla data di entrata in vigore della legge”e una del 2008 obblighi gli enti a recepire le nuove norme sulla composizione delle giunte “entro il rinnovo della cariche elettive”, cioè entro le prossime elezioni, nulla ancora si è mosso. Gruppi di lavoro, incontri con la commissione competente, schemi approvati dalla giunta e osservazioni dei cittadini, nonché un intervento del difensore civico, non sono bastati per aggiornare la carta fondamentale dell’ente all’attuale normativa.