PALERMO – L’organizzazione di una partita di calcio costa caro, anzi carissimo, all’ex sindaco di Messina, Giuseppe Buzzanza, e agli ex capo e dirigente dell’ufficio di Gabinetto, Antonio Ruggeri e Giuseppe Mauro. Esattamente 57 mila e 600 euro tanto quanto era il contributo assegnato nel dicembre 2008 alla società San Marco Sport Events.
L’obiettivo era riportare il grande calcio a Messina. L’amatissima Juventus e i francesi del Monaco si sfidarono in un’amichevole di lusso il giorno dell’epifania del 2009. Per organizzare l’evento la società aveva chiesto e ottenuto un contributo all’amministrazione, l’utilizzo gratuito dello stadio e il pagamento delle spese per ospitare la squadra francese. In cambio, il Comune avrebbe ottenuto un bel ritorno pubblicitario. La sfida sarebbe stata denominata “Torneo Città di Messina” e sul materiale pubblicitario sarebbe stato apposto il logo della città. Accordo chiuso: la Giunta municipale dispose l’utilizzo del fondo di riserva per rimpinguare alcuni capitoli di bilancio.
Secondo la Procura regionale della Corte dei Conti, “l’esborso in questione costituiva danno erariale, in quanto non corrispondeva al raggiungimento di alcuna finalità istituzionale ed era stato effettuato in assenza di documentazione giustificativa, nonostante fosse un principio consolidato dell’ordinamento quello secondo cui l’utilizzo del denaro pubblico deve essere documentato e rendicontato. Il pagamento, infatti, era seguito alla presentazione di una fattura da parte della società senza alcun elemento di specificazione ulteriore né, a supporto, di alcuna dimostrazione delle spese sostenute”.
I due dirigenti citati in giudizio, per quanto riguarda la spesa sostenuta, “escludevano che la stessa potesse ritenersi esorbitante, considerato che, fra i compiti dell’ente locale, è certamente ricompresa la promozione di attività ricreative, sportive, culturali e turistiche e che l’evento, data la rilevanza internazionale delle squadre, aveva attirato in città un rilevantissimo numero di visitatori”. Il sindaco ha, invece, sostenuto solo “di avere svolto soltanto funzioni di indirizzo politico connesse alla propria carica, senza compiere alcun atto gestionale di competenza dei dirigenti”.
Il collegio, presieduto da Luciana Savagnone, ha criticato la scelta, motivando così la condanna: “L’amministratore deve operare nel rispetto delle norme e dei principi giuridici, tra i quali primo fra tutti si pone quello del buon andamento dell’azione amministrativa, nonché di economicità, efficacia ed efficienza della stessa. E’ necessario, altresì che le scelte adottate siano trasparenti e che la spesa sia congrua rispetto ai risultati. Manca una progettualità iniziale dell’evento sia in termini di analisi dei costi complessivi da sostenere che in termini di ritorno di immagine e di promozione del territorio, scopo ultimo dell’intervento”.
Ed è arrivata la condanna: 28 mila e 600 euro li dovrà sborsare l’ex sindaco. La restante metà – 14 mila e 400 euro ciascuno – Ruggeri e Mauro. La sentenza è appellabile.