PALERMO – Manifestazioni di lavoratori e di studenti questa mattina nel capoluogo siciliano: il corteo degli operai, per la giornata palermitana dello sciopero nazionale della Fiom, è partito dai Cantieri navali e arriverà a piazza Verdi, davanti al teatro Massimo. Circa cinquemila i manifestanti complessivamente. A questo corteo, infatti, se ne sono aggiunti altri organizzati dagli studenti. Traffico bloccato in cento e disagi per gli automobilisti.
In piazza anche Maurizio Landini, segretario nazionale della Fiom: “Le politiche del governo sono sbagliate, perchè non c’è alcuna idea di rilancio -e di sviluppo – afferma -. Senza la ripresa degli investimenti pubblici e privati non si riuscirà a creare lavoro. Il governo cambi linea”.
La Fiom è pronta a iniziare una battaglia giuridica contro il Jobs Act e non esclude un ricorso davanti alla Corte di giustizia dell’Ue. “Metteremo in campo qualsiasi iniziativa giuridica nei confronti dell’Europa, perché quelle regole – ha detto Landini – sono contro la Carta dei diritti europei, la Carta di Nizza. Stiamo valutando come procedere. Vogliamo che le leggi e le costituzioni vadano rispettate. Non ci fermiamo davanti a un provvedimento sbagliato voluto dal governo e votato dal Parlamento”.
Gli operai del Cantieri navale dai cancelli dello stabilimento si sono mossi in corteo verso piazza Mordini, dove si sono uniti agli studenti per raggiungere insieme piazza Verdi. C’erano anche gli operai della Fiat e quelli dell’Ansaldo Breda, in cassa integrazione fino a fine anno; delli della fallita Keller che tra qualche giorno saranno licenziati. E ancora: i metalmeccanici del petrolchimico di Gela, gli operai della St Microelectronics di Catania, gli operatori dei call center Accenture, in mobilità. Pullman sono arrivati da altre province della Sicilia. Migliaia di persone si sono radunate in piazza per dire no al Jobs Act di Matteo Renzi perché “togliere i diritti, significa solo lavoratori più precari non più occupazione. Siamo qui – ha detto il segretario regionale della Cgil Michele Pagliaro – per sottolineare che la crisi c’è e non si sta facendo nulla, la politica economica di questo paese chiede ai soliti noti e cioè ai lavoratori di pagare il prezzo”.
Gli ha fatto eco il leader regionale della Fiom, Roberto Mastrosimone, che nel passare in rassegna le annose vertenze dei metalmeccanici siciliani, dove le fabbriche hanno chiuso da tempo e gli operai sono in cassa integrazione, ha sottolineato che l’accordo sul petrolchimico di Gela “è tutto da verificare”. Mastrosimone, che non ha risparmiato frecciate al governatore siciliano Rosario Crocetta. “Piuttosto che di rimpasti e rimpastini, si occupi delle questioni del lavoro e dello sviluppo – ha aggiunto -. Non c’è più tempo da perdere”.
Andrea Manerchia, coordinatore della Rete Studenti Sicilia: “Il risultato di oggi è molto importante – dice Andrea Manerchia- Gli studenti hanno dimostrato di saper condividere importanti battaglie con chi, in questi anni, si è visto chiudere parecchie opportunità, privare di importanti tutele, rimanere solo di fronte ad un paese incapace di creare occupazione; ieri, oggi, domani gli studenti stanno dalla parte dei lavoratori, per coniugare un sistema d’istruzione efficiente, formativo ed accessibile a tutti con un mercato del lavoro inclusivo, che ci veda realizzati e che sappia aiutarci a realizzare i nostri sogni ed impiegare al meglio le nostre potenzialità. I giovani non sono né “bamboccioni” né “Choosy”: i giovani hanno il diritto di essere inseriti in un percorso educativo che li formi a dovere e di progettare un futuro in linea con le proprie aspettative e le proprie personali attitudini”.
La nota della Fim
“Landini non racconti bugie perché le bugie hanno le gambe corte e lui rischia di fare la fine di Pinocchio”. È quanto scrive la segreteria regionale dei metalmeccanici Cisl (Fim) a proposito delle affermazioni del leader Fiom sullo sciopero di oggi dei metalmeccanici Cgil. “Dichiarare – si legge in una nota – che lo sciopero in Sicilia è stato un successo è un bel dire, con le fabbriche rimaste piene di persone. Per strada abbiamo visto presenze irrilevanti di studenti e pensionati e anche la significativa assenza degli stessi iscritti Fiom”. Ecco alcuni dati illuminanti, scrive la Fim, sulle adesioni allo sciopero: “2% nell’indotto dei petrolchimici di Siracusa e Gela; Selex Es (Finmeccanica) 15% a Palermo e 0% a Catania; 15% Fincantieri Palermo; 0% Italtel Carini; 0% cantieri ex Rodriguez a Messina; 0% nella stragrande maggioranza delle piccole aziende dell’Isola”. “Complessivamente – continua la Fim – in Sicilia le adesioni sono state sotto il 10%, un evidentissimo flop. Questa è la verità dei fatti, questi sono i risultati degli scioperi quando sono general-generici nelle motivazioni e, semmai, con palesi ragioni ideologiche”. La Sicilia, aggiunge quindi la segreteria Fim, ha soprattutto bisogno di lavoro e su questo terreno “ci muoveremo con manifestazioni non fine a se stesse ma con obiettivi concreti e credibili”.