Ci sono le stelle, stanotte, a Palermo. La circostanza non è nuova. Tuttavia ci fa impressione. Non le vedevamo, non alzavamo la testa, perché le cataste dei rifiuti attiravano lo sguardo più della luce. Non è che lo sporco sia stato del tutto ramazzato. Ma va meglio. La città, adesso, è soltanto sozza, non ricoperta dalle macerie. E’ giù un risultato. Tant’è che la ricomparsa emotiva delle stelle risuona come l’ipotetico ritorno delle lucciole di Pasolini. Una riconciliazione mai sperata.
E Pasolini non è casuale nel discorso. C’è chi avrebbe voluto candidarlo perfino alle Europee. A Brolo, fonda Sicilia, qualcuno ha stampato dei manifesti con i suoi candidati. Una sfilza di poeti proposti per lo scranno. Tra gli italiani, Pasolini e De Andrè. Sarebbe stata una bella lotta. Come decidere tra gli Scritti Corsari e una strofa de “La Guerra di Piero”?
Intanto, in un seggio di Palermo sono arrivati i topi. Un segno di sfacelo? Forse solo un sintomo di vitalità. I topi, i roditori, che divorano la carta dei manifesti e inghiottono i sorrisi di plastica. Una nemesi.
Ci sono le stelle, stanotte, a Palermo. Ci sono i topi. A Mondello, è tornato un timido profumo di zagara, oltre il cassonetto. Sarebbe stato davvero complicato scontrarsi su Pasolini e De Andrè, Fare propaganda per il “Vangelo secondo Matteo” contrapposto “Creuza De Ma”. Invece, con la scusa di un’Europa che non c’entra niente, siamo stati chiamati a risolvere un’ordalia decisamente più pratica sul tavolo del potere. Quando si dice la fortuna.
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