Appalti e boss? Le Ferrovie replicano con una nota dell’ufficio stampa. Eccola: “In relazione a notizie stampa pubblicate in questi giorni relativamente all’appalto per la progettazione esecutiva e realizzazione del raddoppio della tratta Palermo – Carini, nell’ambito del “Progetto Nodo di Palermo” e ai tentativi di infiltrazione mafiosa nei confronti del Contraente Generale, Rete Ferroviaria Italiana precisa che lo scorso dicembre aveva chiesto e ottenuto dal Contraente Generale l’allontanamento del Direttori Tecnico e del Direttore di Produzione e la loro immediata sostituzione con persone non segnalate dalla Prefettura.
Al momento della segnalazione Prefettizia, su un totale di 706 mln di euro di valore complessivo dell’opera, rimanevano da realizzare lavori per 394 mln. Per far fronte ai rischi segnalati dalle Autorità, si è provveduto alla risoluzione di contratti per 257 mln. Si è altresì responsabilmente deciso di portare avanti e completare i lavori relativi ai restanti 137 mln per assicurare un adeguato livello di sicurezza dei cantieri e consentire di mitigare i disagi per la cittadinanza nelle aree più densamente urbanizzate.
Tutte queste azioni, sono state comunicate preventivamente alla Prefettura di Palermo e gli altri Enti istituzionali e territoriali interessati. La risoluzione dei contratti, cui ha provveduto RFI nel pieno rispetto della normativa vigente è stato effettuato in questo modo: recesso totale appalto del lotto funzionale costituito dalla “Tratta B”, fra Palermo Notarbartolo e la stazione EMS/La Malfa; recesso del lotto funzionale costituito dalla “Tratta C”, fermata La Malfa – stazione Carini (circa 16 chilometri), previa messa in sicurezza dei cantieri e mitigazione dei disagi per la cittadinanza causati dai cantieri aperti nelle aree più densamente urbanizzate; completamento del lotto funzionale costituito dalla “Tratta A”, Palermo Centrale – Notarbartolo perché, dato lo stato di avanzamento dei lavori pari a circa l’85%, gli oneri relativi sono confrontabili a quelli che sarebbero necessari per assicurare la messa in sicurezza dei cantieri.
E’ da precisare che avverso il provvedimento adottato dalla Prefettura di Torino il Contraente Generale ha presentato ricorso al TAR Piemonte per l’annullamento del provvedimento.