PALERMO – “Prestiti” alle liste alleate. Ma con juicio. Il Partito democratico ha liste in overbooking: in alcune province dei tradizionali collezionisti di preferenze scoraggiano la concorrenza, in altre il numero di seggi verosimilmente alla portata sono troppo pochi persino per gli uscenti. E così il Pd siciliano cerca una quadra, magari piazzando in altre liste alla caccia del 5 per cento dello sbarramento, in primis il Megafono di Rosario Crocetta, qualcuno dei suoi candidati.
Il puzzle è ancora in composizione e Fauto Raciti, segretario dem, si sta occupando anche di questo. Un uscente del Pd che potrebbe finire nella lista crocettiana, ad esempio, è Gianfranco Vullo, renziano catanese. Nella sua provincia, infatti, ci sono due pezzi da novanta come gli uscenti Anthony Barbagallo (corrente AreaDem) e Luca Sammartino (renziani) più un terzo incomodo di peso come Angelo Villari, espressione dell’ala del partito vicina alla Cgil che in questa legislatura era rappresentata da Concetta Raia. E così Vullo potrebbe correre sotto le insegne del Megafono, che a Catania candiderà tra gli altri il fratello di Lino Leanza, Carmelo, e Giuseppe Caudo, coordinatore provinciale del Megafono e membro della segreteria del presidente della Regione. “Il Megafono? Io con Crocetta ho sempre avuto ottimi rapporti. Vedremo”, dice il deputato.
Chi invece non vuol saperne di andare nella lista vicina al governatore uscente è Pino Apprendi. Il deputato palermitano resta in bilico tra la lista del Pd e quella dei Territori di Leoluca Orlando. Overbooking dem anche a Siracusa. Ci sono tre posti disponibili per candidati di sesso maschile, ma gli aspiranti sono più numerosi. Uno è l’assessore Bruno Marziano, che fa sapere di avere “già fuori i manifesti con il simbolo del Pd – Micari presidente, perché forte di una decisione della direzione regionale che dice agli assessori di candidarsi nella lista del Pd. Ringrazio il presidente Crocetta per le sue attenzioni”. Niente Megafono dunque. Restano il renziano Giovanni Cafeo, il vicepresidente uscente dell’Anci Paolo Amenta, per Areadem, e si parla anche di Pippo Basso, sindaco di Carlentini, e forse il presidente del Siracusa Gaetano Cutrufo. Possibile che anche qui qualcuno si accomodi dalle parti di Crocetta. Si vociferava di un transito al Megafono anche di uno dei due uscenti di Ragusa, Pippo Di Giacomo e Nello Dipasquale, ma entrambi hanno già i manifesti col simbolo del Pd: per loro sarà sfida all’ultimo voto.
C’è abbondanza anche a Messina e a Enna, qui tre nomi per due posti (Luisa Lantieri, Mario Alloro e Fabio Venezia, sindaco di Troina). “Vorremmo provare a non sprecare energie”, ammette Raciti. Ma la linea condivisa dal partito siciliano con Matteo Renzi e Lorenzo Guerini è quella di spingere al massimo sulle liste del Pd. I nemici interni ed esterni del segretario non aspettano altro che un risultato scadente del partito in Sicilia per sferrare l’attacco finale a Renzi. E il Nazareno, pur avendo messo le mani avanti aul significato locale e non nazionale del voto siciliano, non vuole offrire il fianco.