Le Pmi siciliane: investire nei piccoli Comuni per la svolta dell'Isola - Live Sicilia

Le Pmi siciliane: investire nei piccoli Comuni per la svolta dell’Isola

A Mussumeli grazie a un investimento sono arrivati anche nuovi medici
LA STORIA
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Investire sulla ripopolazione economica e produttiva di piccoli Comuni è la leva vincente per un veloce e innovativo sviluppo economico e inclusivo dell’isola. A ribadirlo è la a Confederazione delle Piccole e Medie Industrie Privata Siciliana.

Il dato emerge chiaro dalla sintesi di analisi e lettura dei dati afferenti ai cambiamenti registrati negli ultimi due anni dal titolo “La pandemia e le nuove quotazioni dell’essenziale. Nuove consapevolezze per lo sviluppo della Sicilia e dei suoi piccoli borghi” effettuata dal Centro Studi Confapi Sicilia: salgono le quotazioni dell’essenziale e salgono anche le quotazioni dei piccoli centri in termini di luoghi ideali di vita, lavoro “agile” e turismo di prossimità.

La pandemia, dall’evidenze statistiche analizzate, ha dimostrato come non esiste in periodo di crisi trade off tra obiettivi di tutela della salute dei cittadini e obiettivi economici e di sviluppo. Anzi, il PIL dell’economie europee si è dimostrato proporzionalmente crescente in quegli stati con indice di mortalità in eccesso più bassi e quindi più pronti a fronteggiare la crisi sanitaria.

Allo stesso modo le PMI con welfare più maturo hanno dimostrato una capacità di reagire all’emergenza sanitaria più efficace con evidenti aumenti di produttività pari al 6% rispetto ad una media che si attesta al 2%. A questo è seguito un aumento di occupazione pari all’11% rispetto una media del 7,5%.

Dalle lezioni apprese anche grazie alle Pmi strategicamente più evolute nascono riflessioni e confronti attivi con quei piccoli Comuni che con Confapi Sicilia, da circa due anni, hanno avviato interlocuzioni e siglato accordi per la definizione di strategie di rilancio del sistema produttivo ed economico locale.

È quanto accaduto nel Comune di Mussomeli, in provincia di Caltanisetta, con il progetto “Pensiamo a Sud” finalizzato ad aumentare la sua attrattività sia da un punto di vista di investimenti di risorse finanziarie ed economiche estere, sia di capitale umano locale emigrato (diversi oggi sono i giovani talenti locali rientrati per investire in start up sostenibili e inclusive).

Con il tempo e, l’attenta lettura delle criticità che frenano lo sviluppo di alcuni territori, il progetto si è ampliato ed oggi, grazie all’impegno dell’Ambasciatrice per l’Internazionalizzazione di Confapi Sicilia in Argentina, Erica Moscatello, è arrivato l’accordo con l’Università di Rosario per il reclutamento di medici specialisti trova attuazione: entro domenica l’ASP di competenza avvierà le procedure di reclutamento di nuovi medici includendo le domande e i curriculum di medici argentini che hanno avuto il riconoscimento ufficiale in Italia dei titoli di studio richiesti.

QUest’ultima è emersa come una soluzione al problema della mancanza di medici lamentata dalla Regione e stimata dall’Associazione Nazionale Aiuti Assistenti Ospedalieri (ANAAO, sindacato medici italiani) che colloca la Sicilia tra i “malati più gravi” di carenza di specialisti (si stima che entro il 2025 sull’isola mancheranno circa 2500 medici specialisti tra chirurghi, pediatri, ortopedici, ecc…).

“La crisi ci ha restituito altre due importanti evidenze: la prima che senza un solido ed efficace sistema sanitario locale non esiste crescita economica e la seconda che non solo le piccole e medie imprese più evolute hanno dimostrato in momento di crisi di riuscire a salvarsi da sole senza dipendere dall’azione pubblica ma ora anche che i piccoli Comuni riescono a mettere in campo soluzioni a grandi problemi attraverso l’attivazione di proficue partnership tra pubblico e imprenditoria privata. La regione prenda esempio” affermano il Presidente Confapi Sicilia, Dhebora Mirabelli, e il Presidente della filiera Sanità, Salvatore Ferranti.

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