"Guardapecore? Radical chic | A settembre bando per le start-up"

“Guardapecore? Radical chic | A settembre bando per le start-up”

Piano giovani, Youth guarantee, Prometeo, riforma della Formazione. Nelli Scilabra fa "un po' di chiarezza" su tutti i temi caldi che nelle ultime settimane l'hanno portata al centro delle polemiche, e respinge ai mittenti tutte le critiche. Il 5 agosto, intanto, via ai nuovi 800 tirocini. E l'assessore chiarisce come funzionerà

Intervista all'assessore alla Formazione
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8 min di lettura

PALERMO – Le polemiche sulla Formazione, più o meno direttamente, hanno riguardato anche lei. Piano giovani, Garanzia giovani, riforma del settore. L’assessore alla Formazione, Nelli Scilabra, ultimamente è stata nell’occhio del ciclone e adesso ha deciso di raccontare la sua versione. L’intervista alla giovane ‘assessora’ comincia con un “per piacere, vorrei fare un po’ di chiarezza”. E a pochi giorni dall’apertura della nuova finestra di incroci – prevista per il 5 agosto – che permetterà a 800 disoccupati di iniziare un tirocinio in azienda, il primo bando del Piano giovani resta il tema più caldo.

Assessore, sull’avviso che finanzierà i duemila tirocini è scoppiato letteralmente un putiferio.
“Beh c’è tanta confusione, e sono state dette troppe inesattezze”.

Per esempio?
“Per esempio, prima di tutto vorrei che fosse chiaro che questo bando non è il Piano giovani nella sua interezza ma una parte, anche molto piccola, di tutto il progetto. E’ il primo avviso, e ce ne saranno tanti altri”.

Questo giustifica la disorganizzazione che lo ha accompagnato? C’erano tantissime aspettative.
“Certo che c’erano. Perché i giovani di questa Regione hanno fame di lavoro. Ma né io né il governo abbiamo mai avuto la pretesa di risolvere il problema con questa misura, anzi: questi sono ‘solo’ dei tirocini, cioè formazione. Questa differenza è sostanziale, perché finalmente la Sicilia inizia ad avere percorsi di formazione non soltanto teorica, ma anche pratica. E vorrei anche precisare che nonostante questo noi siamo stati una delle prime regioni in Italia a prevedere anche il bonus per l’assunzione, se per caso alla fine dei sei mesi di stage le aziende volessero assumere i tirocinanti. Normalmente non funziona così”.

Capisco, e certamente l’idea è valida. Ma forse non bastano gli intenti. Non se poi i giovani non riescono neanche ad iscriversi al portale.
“Il portale non ha funzionato bene soltanto per alcune ore, non è stato un black out permanente. E si tenga presente che il giorno che si è dato il via agli incroci, al sito web si sono collegate più di 80.000. L’anno scorso una cosa simile successe al ministero del Lavoro e il loro sito è andato letteralmente in tilt per tre interi giorni”.

E il caos per il famoso Patto di servizio? Stavolta a non funzionare sono stati i centri per l’impiego. Oltre alle code infinite, qualcuno ci ha raccontato che gli operatori non conoscevano neppure la differenza tra Piano giovani e Garanzia giovani.
“Veramente noi abbiamo verificato che gli unici problemi che ci sono stati hanno riguardato il centro per l’impiego di Palermo. Tutto calmo nelle altre province, e infatti dal giorno dopo l’apertura delle iscrizioni al portale abbiamo fatto sapere che i documenti potevano essere richiesti anche altrove, a prescindere dalla residenza dei richiedenti. Ma i centri per l’impiego non fanno capo all’assessorato alla Formazione, e in ogni caso io ribadisco: il bando è stato pubblicato quindici giorni prima del via alle iscrizioni, e c’era tutto il tempo per leggerlo e munirsi di tutto ciò che serviva. Se questo non fosse ancora sufficiente, abbiamo dato la possibilità a chi si era già iscritto al portale ma non aveva le carte in regola di sanare la propria posizione firmando il patto di servizio. La stessa cosa, però, non varrà per chi ha ottenuto uno degli ottocento incroci con le aziende senza avere il Patto di servizio. In quel caso l’incrocio non è valido, l’utente dovrà cancellarsi dal portale, registrarsi di nuovo e ritentare con un’altra delle finestre che ci saranno nei prossimi mesi”.

Quindi, alla fine, ci saranno dei posti liberi che andranno “riempiti”.
“Esatto. Ci saranno e non solo perché alcuni avranno ottenuto l’incrocio senza i requisiti richiesti. Ci saranno dei posti liberi perché degli ottocento incroci che di mese in mese i giovani e le aziende effettuano tra loro, almeno un trenta per cento salterà. Stiamo già controllando quelli di luglio, e circa 200 non hanno i requisiti professionali. I tirocini finanziati saranno solo quelli previsti dalla legge”.

Quindi nessuna “donna tuttofare” o “aspirante ballerino”? Tra i profili, ci sono alcuni aspiranti a professioni non troppo convenzionali.
“Come ho già detto, saranno presi in considerazione soltanto i profili professionali validi. Non andrà bene un incrocio fatto tra un’azienda che cerca un grafico e un ragazzo che scrive di essere un attore. Verificheremo tutto, insieme con i gradi di parentela e i precedenti lavori, con i centri per l’impiego”.

Beh comunque ci sono anche aziende che hanno offerto un posto da sagrestano o da guardapecore. Molti si chiedono se cose simili siano davvero formazione.
“E io a loro rispondo: che formazione hanno fatto, invece, gli enti in questi anni? Forse migliore di questa? Poi vorrei chiarire che le aziende o i ragazzi possono proporre qualsiasi cosa, ma questo non significa che noi daremo il finanziamento. La polemica comunque mi sembra molto radical chic. In Sicilia ci sono molte aziende agricole, e il terzo settore è più sviluppato di altri. Se lavorare in un’azienda agroalimentare per qualcuno rappresenta qualcosa di poco dignitoso, beh, non hanno compreso che il futuro di questa terra è anche questo. Qualcuno si stupisce di sentire che a un’azienda serve un guardapecore e poi gli stessi magari si lamentano che ormai i giovani puntano tutti sulle stesse professioni e che alcuni settori stanno morendo”.

Il Movimento 5 Stelle, intanto, ha annunciato un maxi-ricorso al Tar.
“Facciano pure, se credono. Ma, sa, in questi giorni in aula ho parlato con alcuni di loro. E faccio a lei la stessa domanda che ho fatto a loro: che avrei dovuto fare? Un bando rivolto a 80.000 giovani per 2.000 tirocini in aziende private? Magari avremmo preso i migliori, per poi scoprire che i profili scelti non servivano alle aziende. Il metodo che abbiamo scelto, invece, mi sembra il più meritocratico: in modo anonimo azienda e tirocinante si scelgono a vicenda solo sulla base del curriculum”.

Insomma, assessore, davvero se la sente di dire che è andato tutto bene?
“Non ho detto questo. Ma questo è nato come un primo esperimento. Come ho già spiegato, non pensavamo certo di risolvere i problemi dei giovani disoccupati con questa misura. Nel Piano giovani c’è tantissimo”.

Per esempio cosa?
“Subito dopo agosto, per esempio, partiremo con il bando per le start-up di impresa. Sarà destinato ai giovani che vogliono aprire aziende e cooperative, o avviare un’attività professionale”.

Come funzionerà?
“L’avviso prevede due misure: 31 milioni per le start-up di impresa e 18 milioni per gli studi professionali. I selezionati avranno un finanziamento che andrà dai 20mila ai 60mila euro. Questo per me è uno dei progetti più importanti del Piano giovani. Saremo i primi in Italia a finanziare le start-up collegate ai beni confiscati alla mafia. Poi, in autunno, ci sarà il bando per i praticantati. I neolaureati potranno fare finalmente tirocini retribuiti, e sarà rivolto a laureati in economia e commercio, giurisprudenza, psicologia e ai giornalisti. Nel frattempo stiamo mettendo a punto i dettagli con gli ordini professionali. E queste sono solo alcune delle cose che faremo. Al Piano giovani ci abbiamo lavorato per dieci mesi. A tutti quelli che criticano chiedo: prima cosa c’era? Non c’era niente, non era stato fatto nulla”.

Assessore, qualche polemica c’è stata anche sulla Youth guarantee. E’ uscito un bando, poi ritirato dal Ciapi che adesso lo ha pubblicato di nuovo. Cos’è successo?
“Questo argomento non è di mia competenza ma dell’assessorato al Lavoro. Almeno per la parte che riguarda il Ciapi. Il mio assessorato si sta occupando solo di alcune misure, che nello specifico riguarderanno l’apprendistato, il microcredito e la formazione professionale. Non sono ancora pronte, ma usciranno a breve”.

A che punto è, invece, la riforma della Formazione? Dopo l’annuncio in conferenza stampa con il presidente Crocetta, mi sembra non se ne sia più parlato un granché.
“Sì è vero. Nelle ultime due settimane abbiamo rallentato un po’: siamo impegnati nell’approvazione della finanziaria. Nel frattempo però non ci siamo fermati. Io per esempio ho raccolto tutte le indicazioni dei sindacati, e incontrato le forze politiche dell’Assemblea regionale”.

Come le è sembrato il clima? Il giorno dopo la presentazione della riforma alla stampa, soprattutto i sindacati avevano molte perplessità. Una di queste riguardava l’affidamento delle competenze ai Liberi consorzi, per esempio.
“Guardi, a me il clima non è sembrato affatto negativo. Nessun aventino, solo un confronto positivo. Mi piace dire che questa non sarà la riforma del governo Crocetta o di Nelli Scilabra, ma la riforma di tutti. Abbiamo recepito, per esempio, praticamente tutte le indicazioni dei sindacati circa l’articolo sull’albo dei formatori. Il decentramento delle competenze, invece, è una scelta politica. La formazione va avvicinata ai territori, e inoltre lo hanno fatto già molte altre regioni. L’unica cosa che mi è dispiaciuta è stata non aver potuto incontrare la segreteria regionale del mio partito per fare un approfondimento. Ho chiesto formalmente al segretario del Pd, Fausto Raciti, di vederci per parlare della riforma e non mi è mai arrivata risposta. Cosa che, invece, in modo informale mi è arrivata dal vicesegretario Mila Spicola, che ha apprezzato molto il testo della legge”.

Quali sono, adesso, le prossime tappe della legge?
“Appena sarà pronto il testo definitivo andrà approvata in giunta. Subito dopo passerà in Quinta commissione all’Ars e lì seguirà l’iter parlamentare”.

Ha paura dei “tempi biblici”, come li ha definiti qualcuno, di Palazzo dei Normanni? Ce la farete ad approvarla presto?
“Come ho detto questa deve essere la riforma di tutti. Il passaggio in aula, perciò, sarà il più importante di tutti, anche perché è il parlamento che approva le leggi e non il governo. Non mi preoccupo, stiamo lavorando bene. Non prevedo intoppi”.

A che punto siete, invece, con il progetto Prometeo? Ci sono più di 1.400 formatori che aspettano di entrare in servizio al Ciapi di Priolo.
“In questo momento il Ciapi sta procedendo alle chiamate per l’immissione in servizio. Già sono stati chiamati 900 lavoratori. Si chiuderà alla fine della prossima settimana”.

 


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