Le sfide di Mario Zito: "Ora raccontiamo Palermo" - Live Sicilia

Le nuove sfide di Mario Zito | “Ora raccontiamo Palermo”

Ibrahima Kobena, Leoluca Orlando, Mario Zito
La crisi degli artisti, i musei chiusi e i fondi col contagocce: il neo assessore alle Culture si presenta
PALAZZO DELLE AQUILE
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5 min di lettura

PALERMO – “Vorrei evitare di lavorare sull’ordinario e continuare a sognare, non dimenticando ciò che è stato fatto nel bene e nel male”. Inizia con questo monito l’esperienza di Mario Zito nei panni di assessore alle Culture del Comune di Palermo, in un momento che per la giunta Orlando si può definire quantomeno complesso. Zito subentra ad Adham Darawsha dopo la doccia fredda dell’annuncio delle sue dimissioni nei giorni scorsi, ereditando tanti progetti in divenire e “una città in cammino”, così definita proprio dal neo assessore.

Una presentazione in pompa magna, nel giorno di Santa Rosalia e con una conferenza stampa nella sala giunta di Palazzo delle Aquile, “per rimarcare il momento della città”, afferma il sindaco Leoluca Orlando, presente insieme al presidente della Consulta delle culture Ibrahima Kobena. “Non ho avuto modo di fermarmi un giorno – commenta Zito –. Nel giro di un’ora e con una sola telefonata ho accettato l’incarico, e sto già tentando in tutti i modi che le mie cinque deleghe dialoghino tra di loro quasi come una delega unica. Non posso non nascondere l’emozione del giuramento alla vigilia del Festino, con le parole di don Lorefice e il film su Santa Rosalia, a cui ho partecipato come direttore dell’Accademia di belle arti, che hanno creato un turbine di emozioni”.

“Il mio programma? Dobbiamo avere la capacità di raccontare Palermo – è l’autoincoraggiamento di Zito –. Come Capitale della cultura e con Manifesta, Palermo si è svelata: ci siamo accorti in tanti di quanto è bella, con le visioni che gli artisti hanno saputo donarci. Ora è iniziata la stagione del raccontarci, ma è previsto ci sia qualcuno che ascolti. Che ascolti le periferie, ma anche gli abitanti di Palermo in generale, per scambiarci esperienze. Palermo è una città che per estensione non si può circoscrivere a un solo quartiere, ed è una città bella, da vivere tutta. Come diceva Elio Vittorini: ‘Quando la città è bella, le persone sono belle’. Nel racconto ci sta proprio tutto quello che vuole essere il mio programma”. Raccontarsi, dunque, ma anche dialogare: “Un dialogo permanente coi teatri, con la Curia, con le fondazioni. In generale sento il bisogno di dialogare con tutti, perché l’arte entra dovunque”.

Le prime parole dell’assessore Mario Zito alla stampa

Ma Zito eredita anche diverse criticità, da affrontare a viso aperto: per esempio “sulla delega dei Sistemi espositivi e museali, e delle Biblioteche: abbiamo una presenza in città unica, fra le maggiori nel territorio nazionale; siamo stati giustificati dal lockdown, ma i musei non possono restare chiusi”. Poi, quanto alla “delega alla Partecipazione, sarà fondamentale l’approvazione in consiglio comunale del Regolamento di collaborazione tra cittadini e amministrazione per la cura e la gestione di beni comuni. Questo strumento potrebbe essere la soluzione per gli artisti che giustamente cercano spazi, e che in questo momento li chiedono perché fare spettacoli dove devono addirittura pagare loro non è pensabile. Sicuramente dobbiamo capire quello che avverrà con gli artisti – ribadisce – e con questa sacrosanta protesta di una categoria che dobbiamo sostenere in qualche modo, prevedendo soluzioni prima immediate e poi a lungo termine”.

Ecco perché secondo l’assessore “ci vuole una progettualità: ci viene chiesto di creare un modello per le prossime generazioni, per il futuro. Passerò per l’assessore dei ‘no’, viste le condizioni economiche in cui ci troviamo ne sarò orgoglioso; penso sia finita la stagione del ‘Devo fare un concerto – Eccoti centomila euro’ e poi però risulta un concerto di amici o parenti di qualcuno ma fatto con denaro pubblico. Abbiamo pochi soldi e quei pochi soldi vanno investiti in progetti che prevedano un post, e non solo quello che viene vissuto al momento”.

Infine un riferimento e un saluto al predecessore: “L’esperienza del dottor Darawsha è un’esperienza di cui terrò conto. Mi ha anche mandato un messaggio, ma ancora non l’ho incontrato. Ci sono dei punti di criticità da riprendere, ma andremo avanti anche in questo senso. Le dimissioni? Non voglio entrare nel vissuto di una persona – commenta Zito –. Penso che in ogni caso chi offre parte della vita per un servizio è da rispettare, nella continuità ma anche nelle scelte, perché una scelta di dimissioni non la identifico come una scelta bella”. La stessa positività viene evidenziata nei confronti del suo ‘omologo’ regionale, l’assessore alla Cultura Alberto Samonà: “Non vedo difficoltà. Io ho il dovere di dialogare con la Regione. Poi non sempre ci possiamo trovare d’accordo, ma una cosa è l’aspetto politico e un’altra sono gli aspetti istituzionali”. Ben più dure, invece, le parole che Orlando riserva a Samonà.

Il sindaco poi commenta la scelta del nuovo componente della giunta, spiegando che “è sembrata la più naturale: il direttore dell’Accademia di belle arti, che conosce la città che è diventata Capitale della cultura e che ha ospitato Manifesta. Tra le sue deleghe sono comprese anche la Partecipazione e le Consulte – aggiunge Orlando – e a conferma di questa competenza, ovviamente, insieme all’assessore manderemo una nota al presidente del consiglio comunale per approvare il regolamento sulla partecipazione democratica e sui beni comuni”. Poi un riferimento alle condizioni critiche degli artisti durante e dopo il lockdown: “Non possiamo non essere vicini al mondo della cultura, alla sacrosanta protesta degli attori, a coloro che non sono strutturati all’interno di un’istituzione pubblica e non possono ricevere contributi. E questo in una città che ha un numero di artisti crescente ogni giorno, per merito proprio degli artisti che animano la città e condividono una visione e un linguaggio. A proposito – conclude – la regista Costanza Quatriglio ha fatto il più bel film d’amore per Palermo, che attraverso Santa Rosalia ne conferma l’esserne patrona”.

“Alcune istituzioni non sono arrivate a raggiungere un miglioramento continuo – dice Kobena – mentre noi ci siamo riusciti due volte, sia con l’ormai ex assessore Darawsha che con l’assessore Zito. Quando un sindaco nomina una persona di spessore, penso sia giusto denotarlo. Oggi siamo in pochi a capire che la cultura non ha colore, frontiere o confini – continua – e che bisogna anche includere nella cultura di Palermo tante piccole realtà, anche straniere. Abbiamo avuto la fortuna di avere monumenti ammirati in tutto il mondo, sappiamo già aprirci al mondo e coinvolgere gli altri. Certo il coronavirus rende tutto più difficile, ma abbiamo gli strumenti per promuovere la nostra cultura altrove. È vero anche che i fondi sono limitati – osserva Kobena – e non possiamo accettare che i soldi non bastino per la cultura, ma ora basta pensare solo ai fondi pubblici. Pensiamo anche a quelli privati, perché la cultura fa anche questo: contribuisce alla costruzione di una nazione”.


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