Le talpe di Messina Denaro | Scarcerato l'ex sindaco Vaccarino - Live Sicilia

Le talpe di Messina Denaro | Scarcerato l’ex sindaco Vaccarino

La decisione del Riesame

PALERMO – Il tribunale del riesame di Palermo ha annullato l’ordinanza di custodia cautelare disposta dal Gip a carico dell’ex sindaco di Castelvetrano Antonio Vaccarino, arrestato due settimane fa con l’accusa di favoreggiamento aggravato alla mafia. Non sono ancora note le motivazioni della decisione. Vaccarino è stato scarcerato. L’indagine che lo riguarda ha scoperto una rete di talpe tra ufficiali dell’arma che avrebbero passato informazioni su indagini relative al boss latitante Matteo Messina Denaro.

La vicenda prende le mosse da una indagine della procura di Palermo che ha portato all’arresto, oltre che di Vaccarino, dell’ufficiale dei carabinieri Alfio Marco Zappalà, accusato di rivelazione di notizie riservate e dell’appuntato Giuseppe Barcellona, che risponde di accesso abusivo al sistema informatico. Secondo i magistrati Barcellona, addetto a trascrivere i contenuti delle intercettazioni disposte nell’ambito della cattura del boss latitante Matteo Messina Denaro, avrebbe passato a Zappalà, funzionario della Dia di Caltanissetta, un verbale di conversazione tra due indagati in cui si faceva riferimento a dinamiche interne alla famiglia mafiosa di Castelvetrano. Non è accertato se la fuga di notizie abbia riguardato anche la parte del dialogo relativa a un possibile covo di Messina Denaro. Zappalà a sua volta avrebbe girato l’intercettazione all’ex sindaco di Castelvetrano Vaccarino, accusato di favoreggiamento aggravato, che l’avrebbe data al boss Vincenzo Santangelo. Vaccarino ha presentato istanza di scarcerazione al tribunale del Riesame, mentre Zappalà si era rivolto al gip che non ha accolto l’istanza di revoca della misura. Sia l’ufficiale della Dia che Barcellona tenteranno la strada del Riesame. Nel frattempo restano in carcere. Barcellona avrebbe ammesso davanti al gip di avere consegnato al suo ex superiore Zappalà il verbale, sostenendo di averlo fatto perché lui glielo aveva chiesto e pensando che non ci fosse alcuna anomalia. Zappalà, invece, ha sostenuto di essere stato indirettamente interessato alle indagini sul latitante perché dai pm di Caltanissetta era delegato alle inchieste sulle stragi del ’92 in cui il capomafia e’ imputato.

(ANSA).


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