Giardini Naxos (ME) – Sicilia Democratica, la nuova creatura di Lino Leanza, è nata tra i marmi tirati a lucido dell’Hilton di Recanati, frazione balneare assopita dalle ferie che, per l’occasione, è letteralmente andata in tilt. I numeri ufficiali, del resto, parlano chiaro e Lino Leanza li comunica sottovoce, mentre sul palco Marco Zambuto, l’ex sindaco di Agrigento presidente del Pd siciliano, saluta gli “amici”. “Quattrocentocinquanta amministratori locali sono presenti in sala”, spiega Leanza mentre Zambuto raccoglie applausi.
Spiccano i sindaci di Giardini, Castel di Lucio, Aragona, Riposto, Sant’Alfio, Belpasso, Militello, Francofonte e Casteltermini per fare qualche esempio e accanto agli amministratori ci sono i simpatizzanti e i militanti.
Segno che lo strappo con Articolo 4 non ha scalfito l’assetto politico che da sempre sostiene Lino Leanza. Zambuto è un fiume in piena: “L’asse che si è creato tra Lino Leanza e il Partito democratico è quanto di meglio si potesse sperare per la Sicilia. Il rapporto tra Sicilia Democratica e Partito democratico sarà la piattaforma sulla quale dovremo scommetterci per il presente e il futuro della Sicilia. Abbiamo poco tempo a disposizione e dobbiamo riuscire a dare i segnali che il territorio attende”. Zambuto punta sulla “capacità di fare squadra insieme, per dare alla Sicilia le risposte che sono necessarie”. “Il Partito democratico – continua Zambuto – sta lavorando bene, ma senza il nostro contributo non sarà possibile centrare l’obiettivo”.
Poco dopo interviene Michela Giuffrida europarlamentare eletta nel Pd col sostegno di Lino Leanza e Luca Sammartino. “Ci tenevo ad essere qui, per me è un piacere e un onore essere con voi e rivedere tanti di voi. Quando nel panorama politico siciliano nasce una realtà è sintomo di vivacità democratica e di partecipazione”. Quando entra in sala il sindaco di Catania, Enzo Bianco, Leanza lo invita sul palco, ricordando: “Da 30 anni giochiamo insieme battaglie nell’interesse di Catania”.
“In questa parte della Sicilia – dice Bianco – dove la dipendenza dalla pubblica amministrazione è più fragile, abbiamo sviluppato delle eccellenze in ogni campo della nostra azione. La visita di Renzi a Catania ne è la prova, noi chiediamo al governo nazionale la possibilità di continuare ad operare ma dobbiamo crederci”. L’assemblea costituente di Sicilia Democratica deve pronunciarsi sul simbolo ufficiale del partito.
Leanza detta le linee guida del nuovo organismo, punto primo: “Taglio netto con il passato. Puntiamo ad essere una grande forza politica – dice Leanza – ma non ci interessa vincere ad ogni costo. I voti maledetti della mafia e del malaffare li rifiutiamo e non li vogliamo – aggiunge – perché rappresentano il male principale della Sicilia e del malgoverno. Applicheremo un rigidissimo codice etico e impediremo qualunque contaminazione della nostra classe dirigente”.
Lino Leanza assicura un “rapporto politico leale e responsabile col Partito Democratico, a sostegno del governo regionale. Abbiamo un gruppo di sei parlamentari e un assessore regionale che lavorano in modo instancabile per difendere gli interessi dei territori e dei cittadini non siamo il partito dei deputati, ma quello della gente comune che vuole cambiare la Sicilia, creando le condizioni per lo sviluppo. Nessuno potrà permettersi di chiedere di entrare nel nostro partito per motivi d’interesse. La meritocrazia sarà il nostro criterio di selezione della classe dirigente”.