PALERMO– “Scenari evolutivi della criminalità organizzata nella fase post emergenziale”: è l’oggetto di una direttiva che la Direzione centrale anticrimine ha inviato ai questori di tutta Italia. A firmarla il direttore Francesco Messina che lancia l’allarme: è “nelle pieghe delle criticità sociali” che la mafia si muove con disinvoltura. Anzi ne approfitta per attivare nuovi affari e interessi economici. Il post-emergenza sarà l’occasione per la criminalità organizzata di investire soldi sporchi per ripulirli nei settori produttivi della società. Ecco perché, scrive Messina, serve “un mirato e specifico sostegno informativo e investigativo”.
Nella direttiva vengono indicati i settori a rischio: “Filiera agro-alimentare, infrastrutture sanitarie, conseguente gestione di approvvigionamenti specie di materiale medico, comparto turistico alberghiero e della ristorazione, distribuzione al dettaglio e della piccola e media impresa”.
“Capacità mimetica” e “flessibilità operativa” sono le armi che nell’ultimo ventennio Cosa Nostra ha dimostrato di possedere per infiltrarsi nella new economy. La direttiva di Messina parte dal presupposto che nel dopo emergenza ci sarà un forte impatto strutturale nell’economia. Tanti saranno, così si spera, gli investimenti pubblici per risanare un’economia messa in ginocchio dal virus. Bisogna farsi trovare pronti per arginare le infiltrazioni dei boss mafiosi.
“La crisi attuale – si legge – sarà portatrice di un deficit di liquidità, di una profonda rimodulazione del mercato del lavoro, del conseguente afflusso di ingenti finanziamenti pubblici nazionali e comunitari”. Le questure e le squadre mobili devono creare una mappa provincia per provincia. Bisogna individuare le “zone rosse” non più quelle dove dilaga l’emergenza sanitaria, che si spera riaprano presto, ma quelle dove è più alto il rischio dell’azione di Cosa Nostra.