PALERMO – Alettoni posteriori, paraurti completamente stravolti o sostituiti con altri dal design più sportivo, prese d’aria sul cofano o sul tettuccio, carrozzeria rimodellata e riverniciatura del mezzo. Vere e proprie opere di restyling effettuate con un unico obiettivo, quello di non passare inosservati. E d’altronde, se a ciò si aggiunge la musica ad altissimo volume, non potrebbe essere altrimenti.
Una moda che nasce negli anni Sessanta negli Stati Uniti e che in Italia è in continua evoluzione. Il “tuning”, a Palermo, è proprio sotto gli occhi di tutti e colleziona, giorno dopo giorno, appassionati di ogni età. Si parte spesso con piccole modifiche dell’auto, fino a stravolgere totalmente l’aspetto del mezzo. L‘allargamento dei parafanghi, l’oscuramento dei cristalli e la sostituzione dei gruppi ottici anteriori e posteriori, sono soltanto alcuni degli “interventi” effettuati dagli esperti del settore.
Nel capoluogo siciliano i punti vendita a cui rivolgersi si moltiplicano e il loro numero va di pari passo con un fenomeno in continua crescita. Chi ama il tuning si rivolge a rivenditori che si trovano da un capo all’altro della città. Da piazza Lolli a via Malaspina, fino a via Lincoln e Bagheria. Le auto più “elaborate” sono le Fiat Punto e le Lancia Y. Seguono la vecchia Panda, la vecchia Cinquecento e Peugeot, Mini Cooper, Bwm.
Migliaia e migliaia di euro sborsati per montare cerchioni maggiorati, luci colorate, impianti di amplificazione potentissimi. E non mancano gli interventi meccanici, da quelli sul motore e l’impianto di scarico, fino alle modifiche sulle sospensioni. Una volta cambiati i connotati, l’auto è pronta per sfrecciare lungo le strade della città e partecipare ai raduni settimanali. “Ci incontriamo con tutti i fanatici del tuning al Forum di Brancaccio – spiega Antonino Cortese, uno degli appassionati – e ogni volta ci confrontiamo su come migliorare le nostre macchine. La mia è una Punto, ho speso cinquemila euro per modificarla”.
Led, sostituzione del volante e della plancia del cruscotto, fari colorati, sedili rivestiti con materiali in ecopelle gialli. L’auto di Antonino presenta un portabagagli alquanto particolare. Al suo interno, infatti, è stato installato un maxi impianto di amplificazione, munito di luci-neon. “Mi piace ascoltare la musica in questo modo – dice – mi fa stare bene. Chi ci critica non sa cosa si perde. E’ una passione come tante altre e non è illegale. Esistono tanti modi per evitare le multe, io fino ad adesso non ne ho mai prese”.
Eppure col tuning, multe e sanzioni sono dietro l’angolo. La sostituzione dei cerchi, ad esempio, se effettuata con altri della stessa misura, o di misura diversa ma riportata in origine sul libretto di circolazione, è ammessa senza sostenere le spese di alcuna revisione. È però necessario accertare che siano idonei alla massa del veicolo. “E’ inoltre vietato sostituire specchietti retrovisori – spiegano dalla polizia municipale – l’impianto di scarico o le gomme. Per ogni dispositivo non omologato la multa è di ottantacinque euro. La maggior parte delle irregolarità vengono rilevate nelle zone periferiche, vicino ai luoghi in cui si organizzano i raduni. Qualche anno fa abbiamo effettuato un blitz dietro l’altro in viale Francia, con multe per migliaia di euro soprattutto per modifiche strutturali vietate”.
Se i vetri di interi palazzi vibrano e la musica arriva sino alle abitazioni, ci si trova di fronte ad impianti dalla potenza smisurata. “Per chi scorrazza con sistemi di amplificazione in grado di disturbare la quiete pubblica – sottolineano da via Dogali – si può anche arrivare alla denuncia e al sequestro dell’apparecchiatura, ricordiamo infatti che secondo una recente sentenza della Cassazione, chi tiene il volume dell’impianto hi-fi troppo alto rischia una condanna per disturbo delle occupazioni o del riposo delle persone”. E’ stato il caso di un giovane finito nei guai, l’anno scorso a Messina: in auto aveva un impianto da 1500 watt e due da 200 watt che sono stati sequestrati dalle forze dell’ordine.