L'efferato delitto di Laura| Il processo è entrato nel vivo - Live Sicilia

L’efferato delitto di Laura| Il processo è entrato nel vivo

Roberto Russo è accusato dell'assassinio della figlia. Ascoltato il fratello della vittima.

CATANIA – La scelta condivisa da tutti è stata quella di tutelare i fratelli di Laura Russo e di non far rivivere in un’aula di giustizia quel maledetto giorno di agosto del 2014. Quando cioè il padre Roberto uccise la giovane figlia. La pm Agata Santonocito, nel corso del processo che si celebra davanti alla Corte d’Assise, ha depositato i verbali di interrogatorio redatti in fase di indagini preliminari di Emanuele e Marika, la seconda scampò miracolosamente alla furia omicida del padre. E’ stato ascoltato il fratello maggiorenne Andrea, perchè il difensore di Roberto Russo (imputato per omicidio preterintenzionale) ha voluto approfondire alcuni aspetti relativi ai periodi antecedenti il delitto. In particolare l’avvocato ha chiesto al ventenne cosa lo ha portato a ritenere (così come emerge dalle dichiarazioni rese agli investigatori pochi giorni dopo l’omicidio della sorella) che secondo lui si è trattato di un gesto premeditato.

Il padre nell’ultimo periodo avrebbe assunto dei comportamenti strani. Sembrava “un cane bastonato e aveva lo sguardo spento” – racconta Andrea. In quei giorni il giovane non ci fa caso ma dopo ogni parola e ogni gesto del padre ha assunto un peso diverso. Gli ritorna il mente il commento a un servizio giornalistico riguardante una tragedia familiare finita in omicidio. Il figlio – secondo il padre – sarebbe stato in grado di capire il perchè di quell’epilogo di sangue. E poi non si spiega come mai il papà senza soldi (era dovuto ricorrere a un prestito) quella sera ha insistito così tanto per portare tutti e quattro i fratelli fuori a mangiare. Per Andrea è stata una sorta di “ultima cena”. Inoltre la sera prima della tragica alba il padre avrebbe insistito perchè le due sorelle dormissero insieme. Così racconta il teste rispondendo al legale di parte civile.

La pm Agata Santonocito, che rappresenta l’accusa nel processo, ha chiesto chiarimento sui coltelli (l’arma del delitto). Il giovane racconta che forse in 20 anni di vita li avrà visti una volta. Non sarebbero stati comunque degli utensili che venivano utilizzati quotidianamente o frequentemente. Al termine dell’esame del teste il sostituto procuratore ha depositato le trascrizioni delle dichiarazioni rese in fase di indagine.


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