PALERMO – Annalisa Tardino, eurodeputato della Lega, è in corsa per la vicepresidenza del Parlamento europeo. Potrebbe essere proprio lei a sostituire Eva Kaili, travolta dal Quatargate. L’abbiamo intervistata.
Le istituzioni europee stanno attraversando un momento molto delicato, in ballo c’è anche la fiducia delle persone
“Quello che è successo ha sicuramente minato la fiducia dei cittadini europei, che vedevano l’istituzione come un luogo in cui la trasparenza, la correttezza non potevano essere scalfite”.
Voi avete mai notato qualcosa di strano?
“Personalmente devo dire di no. Politicamente c’erano esposizioni eccessive, da parte dei deputati di SdI, nei confronti di realtà che non ritenevamo molto meritevoli. Ci riferiamo ai Paesi extraeuropei, che vantavano un riguardo particolare in aula. Parliamo di Stati con violazioni dei diritti umani fondamentali. E aggiungo che siamo stati l’unico gruppo che non ha votato una relazione che riguardava proprio il Quatar”.
Poi è scoppiata la bomba
“Mai nessuno ci ha cercato di corrompere. Non sta all’ordine del giorno l’arrivo di diplomatici per corrompere qualcuno, magari sanno dove andare, anche perché le regole ci sono”.
Qual è la sua opinione personale su quello che è accaduto?
“Sono profondamente rammaricata, perché in quell’istituzione si sta lavorando bene e stiamo cercando di portare avanti l’interesse della propria nazione e sono anche molto scandalizzata”.
Adesso il suo nome è molto quotato per il ruolo di vicepresidente
“Ne sono onorata, il mio nome è quotato perché credo di aver lavorato proficuamente in tutte le commissioni in cui ho lavorato, compreso quella che si occupa di diritti civili, da dove nasce la problematica del Quatar gate. Anche in commissione Trasporti ho ottenuto l’approvazione di relazioni all’unanimità, nonostante noi siamo un gruppo all’opposizione. Marterà approveremo una relazione sullo scambio di dati tra Europol e Nuova Zelanda”.
Da cosa bisogna ripartire?
“Bisogna ripartire dimostrando che nelle istituzioni europee, la parola democrazia e la rappresentanza democratica non sono solo concetti astratti. Il voto per la vicepresidenza non è soltanto un voto per l’organizzazione degli uffici, ma per garantire alle opposizioni di essere rappresentate”.
Quali sono i prossimi obiettivi da realizzare prima delle nuove europee?
“Sicuramente vorremmo che venisse data attenzione dall’istituzione al fenomeno dell’immigrazione. Io lavoro al pacchetto di modifica della riforma Dublino e vorremmo che questo non venisse più considerato solo un problema dei cittadini italiani. Vorremmo che l’Europa ci consentisse di realizzare le infrastrutture che vogliamo tenendo conto dei diversi livelli di Paesi membri”.
Qual è la prima cosa che farebbe da vicepresidente?
“Sicuramente proverei a dar voce e ad avanzare le richieste di chi ci ha votati nel 2019 all’interno dell’ufficio di presidenza, scevra da ideologie, in piena collaborazione con la presidente, che ha dimostrato, in questi mesi di portare avanti il nome delle istituzioni in momenti difficilissimi. Quindi dialogo e ascolto”.