"Una legge di alto valore morale" | Biotestamento, la Sicilia si prepara - Live Sicilia

“Una legge di alto valore morale” | Biotestamento, la Sicilia si prepara

Ospedali pubblici e cliniche predisporranno i nuovi protocolli. Cosa prevede la norma.

PALERMO – Una legge che “per il valore morale ed etico che assume” deve essere attuata con una precisa presa di posizione della giunta. L’assessore regionale alla Sanità Ruggero Razza era stato chiaro nella nota inviata il 20 febbraio al governo Musumeci: basterebbe un semplice atto d’indirizzo da parte dell’assessorato, ma l’importanza delle norme sul biotestamento varate dal Parlamento nazionale nelle ultime sedute del 2017 richiede una presa d’atto ufficiale da parte del governo. Così è stato e la delibera di giunta varata a fine febbraio apre ufficialmente le porte in Sicilia all’applicazione della legge che regola il ‘fine vita’.

La delibera dà il disco verde all’assessorato di piazza Ottavio Ziino per dettare le regole che portino all’applicazione della legge da parte delle Aziende sanitarie provinciali e delle strutture private: ospedali pubblici e cliniche dovranno a loro volta predisporre circolari e protocolli interni “che tengano conto dei nuovi obblighi” fissati dalla legge sul biotestamento. Norme che prendono le mosse da un principio: nessun trattamento sanitario può essere iniziato o proseguito se privo del consenso libero e informato della persona interessata, “tranne che nei casi espressamente previsti dalla legge”.

La novità più grande riguarda l’introduzione delle ‘Dat’, Disposizioni anticipate di trattamento. Ogni persona maggiorenne potrà mettere nero su bianco le proprie volontà in materia di eventuali trattamenti sanitari con una dichiarazione effettuata in un momento in cui è ancora capace di intendere e volere. A difesa di queste scelte è possibile nominare anche un fiduciario, che rappresenterà gli intenti del paziente nelle relazioni con il medico e con le strutture sanitarie. Regole che orienteranno le scelte dei medici in caso di future incapacità a decidere o a comunicare le proprie intenzioni. Attraverso la Dat si potrà esprimere il consenso o il rifiuto rispetto alle terapie, comprese le pratiche di nutrizione e idratazione artificiali. Le Dat devono essere redatte per atto pubblico o per scrittura privata autenticata dal notaio consegnata presso l’ufficio di Stato civile del comune di residenza. Le regioni possono regolamentare la raccolta di copia delle Dat, compresa l’indicazione del fiduciario, e il loro inserimento nella banca dati telematica lasciando comunque alle singole persone la libertà di scegliere se darne copia o indicare dove i documenti siano reperibili.

I medici sono tenuti a rispettare la volontà espressa dal paziente di rifiutare il trattamento sanitario: un obbligo che li renderà esenti da responsabilità civili e penali. Previsti, tuttavia, anche dei limiti alle scelte del paziente: non potrà chiedere trattamenti sanitari contrari alla legge, alla deontologia professionale o alle “buone pratiche clinico-assistenziali”. Uno stop netto, dunque, a ogni ipotesi di eutanasia. A fronte di tali richieste il medico non ha obblighi professionali e può rifiutarsi di dare corso alle Dat, tuttavia ogni azienda sanitaria pubblica o privata, anche cattolica, è obbligata a garantire “la piena e corretta attuazione” dei principi della legge sul biotestamento.

Per quanto riguarda il cosiddetto ‘accanimento terapeutico’ la legge prevede che “nei casi di paziente con prognosi infausta a breve termine o di imminenza di morte, il medico deve astenersi da ogni ostinazione irragionevole nella somministrazione delle cure e dal ricorso a trattamenti inutili o sproporzionati”. Messa nero su bianco anche la possibilità per i medici di ricorrere alla ‘sedazione palliativa profonda continua’ se “in presenza di sofferenze refrattarie ai trattamenti sanitari”. Tutto ciò in associazione con la terapia del dolore, con il consenso del paziente. E adesso, anche la Sicilia si prepara.


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