PALERMO – Una terza mensa per gli studenti universitari, aperta anche nei giorni festivi; la possibilità di dormire nel proprio dormitorio anche le domeniche, una nuova residenza universitaria a Caltanissetta, il centro stampa di viale delle Scienze aperto senza interruzioni. Sono soltanto alcuni dei progetti che Alberto Firenze, il nuovo presidente dell’Ersu di Palermo, l’ente regionale per il diritto allo studio, ha attivato o messo in cantiere da quando si è insediato lo scorso 8 settembre, dopo la nomina dell’assessore all’Istruzione allora in carica, Nelli Scilabra, e il “combattuto” via libera della Commissione Affari istituzionali dell’Ars.
Qual era la situazione dell’Ente quando si è insediato?
“Una situazione in cui mancavano i normali documenti di programmazione economica: il consuntivo del 2013 non era stato approvato, il bilancio previsionale del 2014 non era nemmeno stato preparato. Si procedeva soltanto con decreti di indifferibile urgenza ma l’attività dell’ente non aveva nessun supporto programmatico. Abbiamo rimesso tutto in ordine, con non pochi problemi. Una realtà con cui mi sono dovuto confrontare subito. È tutta questione di organizzazione. L’anno prossimo mi occuperò anche della riorganizzazione del personale: all’Ersu ci sono 105 dipendenti, 57 dei quali in distacco temporaneo dall’amministrazione regionale. Non ce ne servono così tanti, o almeno potremo cercare nuove competenze”.
È preoccupato per i tagli che potrebbe subire il diritto allo studio nelle prossime manovre finanziarie?
“Ovviamente lo temo. Ho chiesto un appuntamento al nuovo assessore per l’Economia Alessandro Baccei e ho dato indicazioni sulla nostra situazione all’assessore al ramo Mariella Lo Bello perché spero che nella prossima finanziaria il diritto allo studio non debba essere troppo penalizzato”.
Il Ministero dell’Istruzione negli ultimi anni ha penalizzato spesso l’Università degli studi di Palermo. Come mai?
“I ritardi nell’arrivo dei fondi della Regione ci penalizzano. È fondamentale, innanzitutto, per il rilancio degli atenei siciliani, che l’assessore Baccei migliori la tempistica con cui la Regione ci assegna i fondi integrativi. Ho già inviato una nota su questo punto. Se la comunicazione ci arriva sempre a fine anno non riusciamo a entrare nelle graduatorie per i premi di incentivazione del Miur e veniamo penalizzati”.
Nei suoi progetti c’è anche una nuova legge regionale per il diritto allo studio universitario.
“Sì, mi piacerebbe. Con l’assessore Lo Bello ne abbiamo già parlato. L’Ersu di Palermo ha un bacino di circa 60 mila studenti: oltre agli iscritti dell’Università di Palermo, anche delle sedi di Trapani, Agrigento e Caltanissetta, infatti, curiamo gli interessi degli iscritti delle Accademie di Belle arti, dei Conservatori e delle Università private come la Lumsa. Un bacino sicuramente più ampio del resto della Sicilia dove il territorio è diviso tra l’Ersu di Enna, quello di Messina e quello di Catania. Dobbiamo ottimizzare con una logica complessiva: io, per esempio, immagino un ente unico per il diritto allo studio di tutti gli studenti universitari siciliani. E questo potrebbe essere il cuore della nuova legge. Si rilancia il territorio se si investe sull’Università. Una strategia che questo governo regionale dovrebbe adottare. Non faremo passare le festività senza aver rivisto il progetto con le Istituzioni”.