L'estorsione allo chef Natale Giunta | Chieste condanne per 19 anni - Live Sicilia

L’estorsione allo chef Natale Giunta | Chieste condanne per 19 anni

Lo chef Natale Giunta

Il pm di Palermo Caterina Malagoli ha chiesto la condanna a 7 anni per tentata estorsione minacce e danneggiamenti di Antonino Ciresi e a 6 anni di Alfredo Perricone e Giuseppe Battaglia.

IL PROCESSO DI PALERMO
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PALERMO – “Condannate gli estorsori di Natale Giunta”. Il pubblico ministero Caterina Malagoli chiede sette anni di carcere per Antonino Ciresi, e sei anni ciascuno per Alfredo Perricone e Giuseppe Battaglia. Le accuse sono tentata estorsione, minacce e danneggiamenti.

Le richieste di denaro sarebbero avvenute nel 2012, quando Giunta gestiva la società di catering Ng Service. Ciresi si sarebbe fatto avanti, sarebbero poi seguite minacce alla vittima a cui sarebbe stato consigliato di “mettersi a posto” da Perricone e Battaglia. Giunta, però, tramite l’associazione antiracket Libero Futuro si rivolse alla polizia e denunciò gli estorsori. Il processo, in corso davanti al giudice per l’udienza preliminare Giuliano Castiglia, è stato rinviato al 18 dicembre per la discussione dei legali. Nel frattempo si sta celebrando un altro dibattimento, con il rito ordinario, in cui sono imputati Giovanni Rao e Maurizio Lucchese. La settimana scorsa contro di loro il noto chef ha puntato il dito in aula.

Sono state le denunce di Giunta fare scattare le manette per tutti e cinque imputati accusati di avere preso parte al tentativo di vessare l’imprenditore. Prima le telefonate. Poi, un’escalation di intimidazioni. Infine, la richiesta estorsiva: duemila euro a Pasqua e altrettanti a Natale per avere la “pace assoluta”.

Tutto inizia alle 15 del 3 marzo 2012 quando il telefono del ristoratore squilla. All’altro capo della cornetta c’è un tale Maurizio. In passato ha noleggiato le macchine agli sposi che si sono rivolti a Giunta per il catering. Ora chiede di potergli parlare. Di persona. Alle 17 si presenta nell’ufficio di Giunta, in via Enrico Albanese. È in compagnia di un uomo anziano che, come racconta lo chef, gli rimproverare di avere aperto una serie di attività senza alcuna autorizzazione. Per mettere le cose a posto bisogna pagare una cifra mensile. Alla conversazione partecipa un terzo uomo: 40 anni, basso di statura, capelli scuri e occhiali da vista spessi. Giunta non lo conosce, ma ricorda bene le sue parole: bisogna aiutare i detenuti che “la guardano in televisione”. Il riferimento è alle apparizioni di Giunta al programma Rai, la “Prova del cuoco”.  Successivamente sarà identificato in Giovanni Rao.

Cinque giorni dopo Giunta si presenta in caserma. Denuncia e riconosce in foto Maurizio Lucchese e Antonino Ciresi. Quest’ultimo è un personaggio noto ai carabinieri. È nato a Monreale, ma vive da sempre nel rione Ballarò. Ha settantanni, una decina dei quali trascorsi in carcere per scontare una condanna per mafia ed estorsione. Negli ultimi tempi sarebbe tornato, da qui il nuovo arresto, a muoversi nella zona del Borgo Vecchio.

Il 24 maggio 2012 gli estorsori alzano il tiro. Giunta torna dai carabinieri. Qualcuno ha lasciato un biglietto sul parabrezza della sua macchina: “Mettiti apposto un fari u’ sbirru picchi ti finisci mali”. Il 27 novembre il ristorante ‘Sailem’ che Natale Giunta gestisce all’interno dell’area monumentale del Castello a Mare subisce un danneggiamento. La porta è stata forzata. Gli alcolici portati all’esterno del locale. Le stanze a soqquadro. Il 30 novembre Maurizio Lucchese torna a farsi vivo. “Ci sono i miei amici che ti devono parlare”.

Poi, silenzio. Fino a al 30 dicembre. Quando un metronotte trova una tanica di benzina e un accendino davanti all’ingresso del ristorante. Il 7 gennaio Giunta riceve la visita di Alfredo Perricone e Giuseppe Battaglia. Stavolta, però, sono state piazzate le microspie. Il ristoratore conosce Perricone perché è assiduo frequentatore del suo ristorante e con cui era pure iniziata una frequentazione. Una sera Giunta, Perricone e le rispettive fidanzate sono pure andati a bere un drink in un locale. Ed è qui che Perricone, racconta lo chef, ad un certo punto gli chiede di appartarsi. Sa tutto della denuncia fatta dallo chef.

E così si arriva al giorno della conversazione intercettata. Perricone spiega a Giunta che si deve mettere a posto: “A posto significa che praticamente qua dentro non verrà più nessuno perché praticamente siamo d’accordo tutti…. due a Pasqua più due a Natale”. Perricone e Battaglia dicono di essersi attivati per risolvere la questione. Così Battaglia: “E’ da questa mattina che siamo là… cioè non ti lascio immaginare i retroscena”. Ed è sempre Battaglia a spiegare come ha fatto a sapere che Giunta ha denunciato il tentativo di estorsione: “… l’importante che non l’hai fatta nominativa da parte mia (la denuncia ndr) Questo lo ha detto l’amico mio… tutte cose sanno, Natale”. Ed ancora Perricone lo tranquillizza. Pagando si sarebbe risolto tutto: “A Pasqua a me, quando vuoi tu. Quelli di Natale a Natale. Ma significa la pace assoluta e ti levi questo pensiero davanti i coglioni”.

Gli imputati negano tutti avere partecipato alle estorsioni. Dalla prossima settimana toccherà alle arrignghe dei loro difensori. Poi, la sentenza.



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