Caro professore,
Sono un piccolo imprenditore palermitano che da quasi vent’anni cerca di sbarcare il lunario a Palermo. Non sto qui a ripetere le condizioni generali di difficoltà in cui ci troviamo a lavorare. Voglio solo mostrarle i paradossi di una vicenda piccola ma, a mio avviso, estremamente significativa.
Da imprenditore palermitano ho temuto più volte di rimanere vittima dell’aggressione malavitosa, quella che va dalla rapina all’estorsione. Ma, grazie a Dio, sono finora rimasto indenne. In compenso vengo quotidianamente taglieggiato dalle truffe telefoniche, in particolare da una dispensata a piene mani dal colosso internazionale Vodafone. Ho provato in tutti i modi ad evitare trappole e tranelli; ho sperato in tutti i modi che gli organi addetti alla sicurezza facessero finalmente sentire la loro presenza; ho creduto, stupidamente, che potesse intervenire anche la magistratura visto che la truffa è ancora un reato in questo sedicente stato di diritto. Ma niente, non è successo un bel niente. Non mi resta dunque che contare su una sua iniziativa: lei è presidente dell’Antitrust, agenzia alla quale è demandata anche la tutela del consumatore, e ha tutti gli strumenti necessari per verificare di quali silenzi e di quali complicità si avvale la spavalda azione di Vodafone e di tutte le diavolerie dietro le quali, mi consenta, si nasconde un business a dir poco milionario.
Le dico in due parole di che si tratta. Malauguratamente ho stipulato due anni fa un contratto con Vodafone per usufruire di un apparecchietto che mi consentisse di avere internet sempre a portata di mano. Per contratto la compagnia telefonica ha preteso, legittimamente fin qui, di avere accesso direttamente alla mia carta di credito. Ma il giochino perverso è cominciato dopo, quando, a mia insaputa – ripeto: a mia insaputa – Vodafone è diventato il complice di una truffa ai miei danni perpetrata da uno sconosciuto sito denominato “Go Content” che teoricamente mi avrebbe venduto suoni, musiche e altre bellurie di questo tipo. Ovviamente non esiste e non può esistere nessun contratto tra me e “Go Content”. Come non esiste una fattura spedita da questi truffaldi alla mia società. Esiste solo una rapina, prolungata nel tempo, con la quale mi sono stati sottratti, per due anni e ogni tre mesi, 44,99 euro. Una bazzecola, dirà forse lei. Invece no: provi a moltiplicare la cifra per migliaia e migliaia di abbonati Vodafone; provi a contabilizzare la portata dell’evasione fiscale, visto che non ho mai visto né una fattura né uno scontrino fiscale. E soprattutto provi a dare un giudizio sul colosso Vodafone che, inspiegabilmente si presta a fare da esattore di un “pizzo” di nuovo conio. Non più mafioso, ma tecnologico.
Grazie, presidente Pitruzzella.