Lettera aperta di Confesercenti ai commercianti che negano il pizzo - Live Sicilia

Lettera aperta di Confesercenti ai commercianti che negano il pizzo

ESTORSIONI
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ESTORSIONI: LETTERA APERTA CONFESERCENTI A COMMERCIANTI
PALERMO
(ANSA) – PALERMO, 22 APR – “Non intendiamo lasciarvi da soli in un momento cosi delicato sia dal punto di vista imprenditoriale che dal punto di vista umano. Non vogliamo giudicare le motivazioni che possono avervi portato a cedere ad un cosi vile ricatto, ma il dato certo è che quelle ragioni, qualunque esse siano, oggi non hanno più ragione d’esistere”. Lo scrive in una lettera indirizzata ad alcuni commercianti interrogati dai magistrati di Palermo per avere ceduto al ricatto degli estortori ed avere negato la richiesta di pizzo, il presidente della Confesercenti di Palermo Giancarlo Felice. “La tranquillità che vi promettevano – aggiunge – è diventata un inferno, la possibilità di lavorare, oggi, dipende dal vostro comportamento. L’essere condannati per favoreggiamento (é questo il reato che commette chi paga il pizzo e non lo conferma), vi marcherà indelebilmente. Clienti e colleghi diffideranno di voi, dovrete spiegare ai vostri figli il perché di una scelta che penalizza il loro presente ed il loro futuro. …”. La Confesercenti darà massima diffusione alla lettera attraverso mailing list, il sito dell’associazione, e facebook su cui verrà creato il gruppo “Contro il Racket Scarica il pizzo”.

“Non intendiamo lasciarvi da soli in un momento cosi delicato sia dal punto di vista imprenditoriale che dal punto di vista umano. Non vogliamo giudicare le motivazioni che possono avervi portato a cedere ad un cosi vile ricatto, ma il dato certo è che quelle ragioni, qualunque esse siano, oggi non hanno più ragione d’esistere”. Lo scrive in una lettera indirizzata ad alcuni commercianti interrogati dai magistrati di Palermo per avere ceduto al ricatto degli estortori ed avere negato la richiesta di pizzo, il presidente della Confesercenti di Palermo Giancarlo Felice.

“La tranquillità che vi promettevano – aggiunge – è diventata un inferno, la possibilità di lavorare, oggi, dipende dal vostro comportamento. L’essere condannati per favoreggiamento (é questo il reato che commette chi paga il pizzo e non lo conferma), vi marcherà indelebilmente. Clienti e colleghi diffideranno di voi, dovrete spiegare ai vostri figli il perché di una scelta che penalizza il loro presente ed il loro futuro. …”. La Confesercenti darà massima diffusione alla lettera attraverso mailing list, il sito dell’associazione, e facebook su cui verrà creato il gruppo “Contro il Racket Scarica il pizzo”.


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