PALERMO – Resta alta la tensione al liceo classico Umberto I di Palermo occupato. Dopo l’assemblea di ieri in cui è stata votata per alzata di mano la prosecuzione della protesta e la denuncia alla Procura di un gruppo di genitori di ragazzi che vorrebbero tornare alle normali attività didattiche, è giunta oggi alla redazione di Livesicilia una lettera inviata al preside e al direttore scolastico regionale i cui mittenti sono altri papà e mamme preoccupati per la compromissione dell’anno scolastico dovuto alla sospensione delle lezioni nella sede centrale di via Filippo Parlatore. Ecco il testo della lettera.
Alla c.a. del Preside del liceo Umberto I – Palermo
Alla c.a. del Direttore Scolastico Regionale – Sede
I sottoscrittori del documento presentano alle SS.VV. il disagio che l’occupazione del Liceo Umberto I sta creando nelle famiglie; le stesse, indipendentemente dalla condivisione dei motivi che hanno portato alla occupazione, ritengono un atto di sopruso il non poter esercitare il diritto allo studio dei propri figli. Ogni forma di protesta deve esser messa in atto sacrificando un proprio interesse, che sia economico o culturale, ma non si può protestare sfruttando e danneggiando dei beni che sono della collettività. Vale, in democrazia, il principio del confronto delle idee. Dal confronto deve emergere la possibilità che ognuno possa esprimersi, senza che una delle parti debba sopraffare l’altra fino a decidere di annullarla nella sua capacità di espressione e non permettendole di esercitare un proprio diritto. Tutto ciò si sta consumando in questi giorni all’Umberto.
Un bene pubblico è lasciato alla custodia di alunni e persone estranee al Liceo; l’Istituto è vandalizzato dagli occupanti; si utilizzano dei beni della collettività, come luce e arredo, per scopi che non sono propri. Gli insegnanti e tutto il personale scolastico sono impossibilitati a svolgere il proprio lavoro; gli studenti,che desiderano studiare, stanno perdendo giorni di lezione. Premesso tutto ciò, come cittadini, riteniamo che ci sia uno sperpero di denaro, che proviene dalle nostre tasse, e che non è utilizzato per gli scopi a cui è destinato, ma che foraggia una protesta; paradossalmente gli occupanti non stanno sacrificando niente di proprio ma stanno sfruttando risorse che ci appartengono. La mancata fruizione di un bene pubblico da parte del personale della scuola ha la caratteristica della interruzione di un pubblico servizio da parte di chi impedisce di utilizzarlo. Si propone di individuare una organizzazione che permetta il ritorno ad usufruire del diritto allo studio e la ripresa della attività lavorativa dei docenti; non potendo utilizzare i locali della centrale dell’Umberto di richiede di programmare una turnazione presso la succursale. Nell’arco di tempo tra le ore 8 e le ore 17 si possono formare 3 turni di 3 ore ciascuno, per permettere a chi lo desidera di riprendere la attività didattica. Nella non remota evenienza che alla decisione di utilizzare la succursale, si arrivasse alla occupazione della stessa da parte di alcuni studenti, si propone, in alternativa, di reperire delle aule nelle scuole vicine all’Umberto e di programmare una attività didattica nelle ore pomeridiane, anche con turni a giorni alterni. Altra ipotesi è di affittare degli spazi in alberghi della città per fare delle ore di lezione; i fondi per pagare tali affitti possono provenire dallo svincolare dal bilancio somme a disposizione per le attività degli studenti. (sostegno integrativo per la gita scolastica, somme per l’acquisto di libri di testo, etc). Si resta in attesa di una risposta formale alla presente richiesta di riorganizzare da SUBITO la attività didattica. Per aderire o inviare commenti: ripresadidattica@gmail.com