C’era un viavai di politici nei due appartamenti in pieno centro a Palermo. Uno in via Sammartino e l’altro in via Principe di Belmonte. Fausto Giacchetto li avrebbe messi a disposizione dei suoi amici assessori – in carica o ex – deputati regionali, dirigenti di partito, parlamentari nazionali e senatori della Repubblica. I nomi di dieci esponenti politici siciliani sono finiti nelle informative della Guardia di finanza che indaga sul presunto giro di tangenti attorno all’organizzazione dei Grandi eventi in Sicilia. Si tratta di quattro esponenti del Pdl, tre di Futuro e Libertà, due del Mpa, uno dell’Udc.
Il project manager Giacchetto è il personaggio centrale dell’inchiesta dei pubblici ministeri Maurizio Agnello e Gaetano Paci. Sarebbe stato lui a fare da intermediario fra la Regione che bandiva le gare e gli imprenditori che se le aggiudicavano. Secondo l’accusa, in maniera illecita. E così gli investigatori gli contestano la turbativa d’asta e la corruzione. Gli indagati sono otto, fra cui parenti dello stesso Giacchetto, imprenditori e dirigenti regionali. In particolare, sotto la lente di ingrandimento dei finanzieri del Nucleo speciale Spesa pubblica è finito il Servizio turistico regionale 20 dell’assessorato al Turismo, sport e spettacolo.
Giacchetto avrebbe fatto riferimento a “100 mila euro, 50 e 50” divisi in parti uguali a due funzionari corrotti. Sarebbe la conferma del pagamento di mazzette. Un dipendente dell’imprenditore agrigentino lo ha messo nei guai confermando agli investigatori il giro di denaro. E poi ci sono i rapporti fra Giacchetto e i politici siciliani. Rapporti di grande confidenza. Si parla di “chiavi dell’appartamento” da consegnare a qualcuno e dove ospitare, come riporta l’agenzia Ansa, anche delle escort. Di politici che chiedono a Giacchetto di risolvere anche gli intoppi più banali. Come quella volta in cui un ex assessore regionale protestò perché la parabola di Sky era andata in tilt.
Giacchetto potrebbe avere messo a disposizione le case per compiacere i politici anche se allo stato nessuno di loro risulterebbe indagato? Su questo fronte si concentrano le indagini, dalle quali emergono nuovi particolari. Incluso un presunto episodio a cavallo fra la concussione e la corruzione. Qualche mese fa un ispettore della Forestale è stato bloccato poco distante dalla villa di Giacchetto a Casteldaccia, uno degli immobili perquisiti dai finanzieri. Addosso aveva una busta con quattro mila euro in contanti. “Me li hanno dati per chiudere un occhio sulle irregolarità della piscina”, ha detto l’ispettore. Glieli hanno offerti oppure li ha pretesi? E’ presto per dirlo. Di certo, secondo la Procura, i soldi sono stati pagati e Giacchetto non lo ha denunciato.
I finanzieri hanno iniziato a controllare la documentazione sequestrata a Giacchetto. Innanzitutto per verificare l’esistenza della giustificazione contabile dei circa seicento mila euro in contanti trovati in una cassetta di sicurezza. E si continuano ad analizzare le procedure per l’organizzazione di una dozzina di grandi eventi. Dalla visita di Papa Benedetto XVI a Palermo ai mondiali di Scherma a Catania, passando da rassegne gastronomiche a kermesse di moda a Taormina e Messina. Manifestazioni finanziate con una pioggia di milioni fra il 2010 e il 2011. La Regione, spesso era l’assessorato al Turismo, bandiva le gare che gli imprenditori si aggiudicavano grazie all’intermediazione di Giacchetto. Uno che negli anni ha saputo intercettare le risorse regionali e comunitarie destinate ai piani di comunicazione.