ROMA – “Il Cara di Mineo deve chiudere. Questa è la definitiva conclusione a cui è giunta, dopo un lungo e complesso lavoro, la relazione votata stamattina in commissione d’inchiesta sui Cie-Cara. Una relazione che alla fine ha dovuto prendere atto della nostra precedente mozione, bocciata in aula, che ravvisava tutte le criticità di uno dei centri d’accoglienza più grandi d’Europa, diventato nel tempo soltanto un serbatoio di corruzione e clientele politiche, con inchieste della magistratura che hanno messo in luce un sistema non dissimile da quello scoperto dalla Dda di Catanzaro che ha coinvolto il Cara di Isola Capo Rizzuto”. Lo dicono i deputati del MoVimento 5 Stelle Giuseppe Brescia, Vega Colonnese e Marialucia Lorefice. “Sul tema dei migranti – osservano i parlamentari – si fa molta retorica ad uso e consumo delle televisioni, e poi la politica in primis mangia sulle spalle dei disperati e degli ultimi, costruendo vere e proprie economie inventate dal nulla fatte di assistenzialismo che non hanno certo il fine di aiutare ed essere solidali, ma semplicemente di cementare bacini elettorali. Una guerra tra poveri, alimentata ad arte che poi lascia sul campo problemi immani come il Cara di Mineo, ormai una situazione completamente degenerata. Il Governo – concludono – deve procedere alla chiusura immediata di Mineo e senza indugi. Se potevano ignorare la nostra mozione, la relazione in commissione è un documento che non può essere semplicemente messo in un cassetto e dimenticato”.
“Il Cara di Mineo va chiuso nel più breve tempo possibile. È scritto nella relazione approvata stamattina all’unanimità dalla commissione di inchiesta sul sistema di accoglienza. Va chiuso perché è stato l’emblema del fallimento del nostro sistema di accoglienza”. Lo afferma Erasmo Palazzotto (Sinistra Italiana-Possibile), segretario della Commissione parlamentare di inchiesta sul sistema di accoglienza. “Dall’individuazione della struttura alla scelta dell’ente gestore – osserva Palazzotto – è evidente come il fenomeno corruttivo al centro delle indagini di tre Procure, nasca dal rapporto perverso tra la politica ed una parte del sistema di impresa legato all’accoglienza. Un modello criminale e criminogeno che nasce col chiaro intento di lucrare sulla pelle dei rifugiati”. “Dalla relazione emerge poi – prosegue il deputato – una chiara responsabilità politica oltre che morale sulla vicenda Mineo. Per la prima volta si affronta un problema che la politica per troppo tempo ha voluto ignorare a partire dal ministro Alfano che ha sempre protetto quel sistema. Non è compito della politica accertare le responsabilità penali, ma non possiamo accettare che chi è stato responsabile di un disastro di questa portata continui a ricoprire incarichi di Governo. Il sottosegretario Castiglione si deve dimettere”.
Chiede le dimissioni di Castiglione anche il deputato europeo grillino Ignazio Corrao. “Le risultanze della commissione parlamentare di inchiesta sul sistema di accoglienza migranti approva all’unanimità sul Cara di Mineo, gettano ombre sul sottosegretario Castiglione che non possono appartenere ad un uomo di Governo, a prescindere dall’esito giudiziario dell’inchiesta dei pm di Catania. Castiglione deve dimettersi, se non lo fa lui, sia Gentiloni ad accompagnarlo alla porta”. “Parte della politica italiana – dice Corrao – ha perso moralità e stile. Essere tirati in ballo in una vicenda in cui si parla di ‘spregiudicata gestione dei posti di lavoro per l’illecita acquisizione di consenso elettorale’, dovrebbe già essere motivo per fare non uno, ma tre passi indietro, a prescindere da quale sia l’esito giudiziario. Sebbene il sottosegretario abbia dichiarato la propria estraneità ai fatti, non si può essere uomini di Governo con queste ombre. Su questa gravissima vicenda – sottolinea l’eurodeputato – si registra un silenzio indecente anche da parte di un altro esponente di governo ed ex compagno di partito, ovvero il conterraneo Angelino Alfano che dovrebbe prendersi la responsabilità politica di quanto accadeva al Cara di Mineo e dei rapporti palesati dall’inchiesta denominata Mondo di Mezzo in cui Odevaine tira in mezzo lo stesso Castiglione sull’affidamento di appalti per la gestione del grande centro di accoglienza catanese”.
L’europarlamentare Ignazio Corrao è stato promotore nel luglio 2015, dopo un blitz nel dicembre 2014, della visita ispettiva di due commissioni del Parlamento Europeo proprio al Cara di Mineo, in cui era emersa la scarsa trasparenza su spese gestione dei servizi. Dopo quella visita, Bruxelles prese coscienza di come venivano spesi i soldi dell’accoglienza in Sicilia. “In quella occasione – sottolinea Corrao – ci stupirono le parole del procuratore di Caltagirone Giuseppe Verzera che definì Mineo come un ‘caso di stato’, ma ci stupisce ancora oggi come nonostante queste ombre, Castiglione possa ancora voler rimanere esponente del governo italiano, peraltro con un deleghe delicatissime come quelle alla pesca e all’agricoltura, settori – conclude Corrao – che dovrebbero essere trainanti per la nostra economia”.