L'inchiesta sul voto del 2017| "Firme false": caso archiviato - Live Sicilia

L’inchiesta sul voto del 2017| “Firme false”: caso archiviato

L'indagine riguardava le elezioni alla Quinta circoscrizione comunale.

PALERMO – Il giudice per le indagini preliminari accoglie la richiesta della Procura e archivia l’inchiesta sui presunti falsi nella presentazione delle liste del centrodestra alle elezioni del 2017 nella Quinta circoscrizione comunale.

La decisione del Gip Guglielmo Nicastro chiude il caso anche se furono riconosciute come autentiche solo 7 delle 35 firme prese a campione. Non è stata raggiunta la prova che persone dello staff del candidato a sindaco Fabrizio Ferrandelli e due persone dell’entourage di Ester Bonafede truccarono le carte. I sottoscrittori raccontarono, infatti, di essere andati almeno una volta nel comitato di piazza Sturzo.

Restano agli atti il caos politico, il forte sospetto della falsificazione dei moduli per l’accettazione della candidature e un “clima di omertà diffuso”. Tutti elementi che, però, non servono a ipotizzare reati. E così il pubblico ministero Enrico Bologna aveva chiesto l’archiviazione.

Poco prima del voto la coalizione di centrodestra si spaccò sul candidato alla presidenza della Quinta circoscrizione. Si era deciso di appoggiare Paolo Di Maggio di Forza Italia. Ci fu, però, “una presa di posizione della deputata regionale Ester Bonafede” che portò ad un cambio in corsa. Il candidato divenne Andrea Aiello, il quale riuscì a essere eletto solo come consigliere di circoscrizione.

Le intercettazioni non registrarono “Ferrandelli, Gianluca Casmiro Galati (emissario di Micciché) e Salvatore Alotta (collaboratore di Ferrandelli) impartire ai loro collaboratori univoche istruzioni, né con riferimento alla contraffazione di singoli moduli, né in reazione alla falsificazione di blocchi di documenti individuabili con ragionevole certezza”.

Sono stati interrogati gli indagati “Valentina Catanzaro, Francesca Leone, Roberto Lannino, Serena Antioco (membri del comitato elettorale), Carmelinda Moceri e Gabriele Bruno (collaboratori di Bonafede) ma nessun apporto conoscitivo degno di menzione è stato fornito”. Anzi, “in un clima di diffusa omertà si sono ben guardati dal chiarire se i reati ipotizzati a loro carico siano stati ispirarti da terzi”.

In ogni caso anche in presenza di falsi la normativa che regola la sottoscrizione delle liste per le comunali non si può estendere alle circoscrizioni. I moduli vanno considerati come scritture private.


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