Lo strazio dei genitori di Giulia: | "Chi l'ha uccisa?" - Live Sicilia

Lo strazio dei genitori di Giulia: | “Chi l’ha uccisa?”

Angelo Foresta e Teresa Vaiarelli chiedono verità e giustizia attraverso una lettera inviata al ministro Emma Bonino. "Che fine hanno fatto i responsabili della morte di mia figlia?", si chiede il padre. "Non sappiamo nemmeno se sono in carcere". Nel frattempo prende vita l'associazione "Un fiore per Giulia".

Una onlus dedicata alla giovane
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PALERMO – A trenta giorni dalla tragedia, al dolore si aggiungono l’angoscia del silenzio e la necessità di sapere. I genitori di Giulia Foresta, la ragazza palermitana di 22 anni rimasta uccisa in un terribile incidente mentre faceva parasailing in Croazia, vogliono conoscere il nome dei due uomini che quel giorno trascinavano l’imbarcazione a cui era legato il paracadute, vogliono vederci chiaro su cosa sia successo e sapere se i due si trovano adesso in carcere o meno. Insomma, chiedono verità.

Un desiderio più che legittimo per due genitori che da un giorno all’altro si sono visti strappare “il loro progetto di vita”. Giulia viene definita così dalle parole del padre, Angelo Foresta, che insieme alla moglie, Teresa Vaiarelli, ha scritto una lettera al ministro agli Affari esteri Emma Bonino, per chiedere che sulla vicenda venga fatta luce e che in Italia arrivino adeguate risposte.

Tra le righe del testo pubblicato da LiveSicilia si intuiscono lo strazio dell’incertezza e la sensazione d’impotenza di fronte a un muro che sembra in questi giorni invalicabile: quello della burocrazia. Quello che si snoda tra telefonate, lettere e richieste cadute puntualmente nel vuoto. “Basti pensare che per rintracciare il funzionario dell’ambasciata croata il mio avvocato ha impiegato otto giorni – dice il papà di Giulia -. Abbiamo aspettato un po’ di tempo perché speravamo che ci arrivasse qualche notizia, invece niente. Abbiamo provato decine di volte a stabilire un contatto e quando ce l’abbiamo finalmente fatta non abbiamo ottenuto un grande risultato, perché da venerdì ad oggi nulla è cambiato”.

Ma c’è un aspetto di questa dolorosa vicenda che dà coraggio e forza ad Angelo Foresta e alla moglie: la loro iniziativa che punta alla creazione di un’associazione no profit, dedicata alla loro giovane figlia. L’idea nata pochi giorni prima del funerale di Giulia – nessun fiore in chiesa, ma offerte sul conto corrente da donare in beneficenza – ha infatti già dato i suoi frutti. “Nel giro di trenta giorni – spiega il papà di Giulia – abbiamo raggiunto risultati straordinari. Sul conto sono già stati versati diciassettemila euro, grazie alla solidarietà e alla voglia di fare del bene degli amici di mia figlia, delle loro famiglie e di tanta altra gente che ci è stata vicina. Queste persone, insieme a noi, vogliono che il nome di Giulia sia sinonimo di solidarietà e di aiuto a chi è in difficoltà. E d’altronde – aggiunge – lei era proprio così: sempre pronta a tendere una mano a chi ne aveva bisogno”.

E Angelo Foresta annuncia anche che l’associazione nascerà prestissimo: “Entro i primi di ottobre prenderà vita ‘Un fiore per Giulia’, avrà lo stesso nome dell’iniziativa alla quale tanta gente si è già dimostrata sensibile”. Un’associazione nel segno della forza di volontà, dell’aiuto al prossimo e della speranza. La stessa con la quale i genitori di Giulia convivono. “Mi appello alla sua sensibilità di Donna delle Istituzini – scrive la madre di Giulia ad Emma Bonino – nella speranza che lo “ Stato” espressione esponenziale delle famiglie, si materializzi e non rimanga una semplice, vuota, insulsa, astratta definizione da testo di diritto costituzionale che mia figlia Giulia amava tanto studiare”.

“Un momento di dolore come questo – aggiunge Angelo Foresta – diventa ancora più pesante in questo modo. Noi non sappiamo cosa sia veramente successo, siamo angosciati, sconfortati. Ci avevano detto che i due responsabili erano in stato di fermo, ma adesso che fine hanno fatto? Sono dietro le sbarre? Sono a piede libero? Perché è avvenuto l’incidente? Noi non possiamo non avere alcuna risposta a queste domande, vogliamo sapere chi ha ammazzato nostra figlia e visto che mi era stato assicurato anche dal consolato di Spalato che la vicenda sarebbe stata seguita con attenzione, mi aspetto almeno di sapere se c’è un’inchiesta e se questa gente pagherà per quello che ha fatto”.

 


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