PALERMO – “La partecipazione dei magistrati alla vita politica deve essere oggetto di specifica e attenta regolamentazione, e non lasciata solo agli interventi del Csm, perché incide sui fondamentali principi di indipendenza e imparzialità dell’ordine giudiziario, sia reale che percepita”. Lo ha detto il Procuratore di Palermo Francesco Lo Voi in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario.
“Le soluzioni possono essere le più varie e non tocca a me proporle né sarebbe questa la se de per farlo. Di certo, va evitata anche solo l’apparenza – ha proseguito – che l’attività di magistrato sia sfruttata come trampolino per future carriere politiche; perché questo non fa male soltanto alla lettura della precedente attività giudiziaria che rischia di essere vista come funzionale al futuro impegno politico del singolo; ma fa male anche a tutto il resto dell’attività giudiziaria, fa male anche a tutti gli altri magistrati, la cui attività finisce con l’essere letta in chiave politica anche a volte in riferimento alla tempistica, anche e soprattutto quando di politico o partitico non c’è proprio nulla e c’è solo l’adempimento del proprio dovere secondo la Costituzione e le leggi”.
Una posizione ribadita sostanzialmente dal consigliere del Csm Claudio Galoppi: “E’ necessario stabilire un limite di demarcazione tra la funzione giurisdizionale e l’impegno in politica e l’attività di rappresentanza politica che comunque i magistrati hanno il diritto di intraprendere. Lo dico rifuggendo da ogni demagogia. E’ necessario – ha aggiunto poi – dare corso a una nuova stagione in cui la magistratura è tenuta a un maggiore riserbo e una maggiore garanzia delle persone”.
Caltanissetta: rispetto per i pm che si sono occupati delle stragi
“Polemiche strumentali contro i colleghi che si sono occupati delle stragi”. Lo ha detto il procuratore generale di Caltanissetta Sergio Lari, quando ha tracciato un bilancio del lavoro della Procura nissena contro la criminalità mafiosa all’inaugurazione dell’anno giudiziario. “Ai magistrati del gruppo stragi ed a chi li ha coordinati va riconosciuto di avere portato avanti con fermezza processi complessi – ha spiegato – in un clima talvolta arroventato da polemiche strumentali e destituite di fondamento che hanno trovato spazio su alcuni organi di stampa, senza avere ceduto alla tentazione di replicare alle provocazioni. Questi colleghi, a ben vedere, hanno tenuto comportamenti, frutto di elevato senso di responsabilità istituzionale, ispirati al principio secondo cui il magistrato ha il dovere di sviluppare le sue ragioni esclusivamente nelle aule di giustizia”.
Messina: avvocati e magistrati abbandonano l’Aula
A Messina, per l’inaugurazione dell’anno giudiziario, avvocati e magistrati dell’Anm hanno abbandonato l’aula in segno di protesta quando è intervenuto il rappresentante del ministero, tornando subito dopo. Intanto, il presidente della corte di appello, Michele Galluccio, ha detto che “in stretta connessione con il tema della lungaggine dei processi, si colloca la problematica della prescrizione dei reati. La circostanza, ben nota al Csm, è che in alcuni distretti i dirigenti di Corte e dei tribunali, dinanzi alla mole di sopravvenienze sono stati costretti a prevedere un accantonamento di processi in cui la prescrizione sarebbe maturata a breve”. “Nel nostro distretto, purtroppo, per carenza d’organico il fenomeno ha assunto, nell’anno di riferimento, dimensioni peculiari, dal momento che sono state pronunciate, in fase di indagine, circa l’11% di prescrizioni; in primo grado sentenze dibattimentali, dichiarative di tale causa estintiva, in media intorno al 10-15%”.